Uso sistematico dell’isolamento preventivo e utilizzo di stanze punitive riconducibili alle cosiddette “celle lisce”. Nel rapporto del Garante nazionale delle persone private della libertà in merito alla visita delle carceri sarde, si fa luce anche sull’utilizzo delle celle di isolamento ( più volte stigmatizzate dal Garante per il facile ricorso e condizione in cui talvolta accadono eventi drammatici), in maniera particolare al carcere di Sassari- Bancali dove raccomanda con urgenza l’abolizione della collocazione in una stanza di isolamento del letto fissato al pavimento e distanziato dalle pareti, che così permette il controllo della persona ristretta dallo spioncino della porta blindata. «Tale collocazione – si legge nel rapporto - priva di un proprio spazio, quantunque limitato, e lo rende un luogo di mera disponibilità del proprio corpo al controllo di chi vigila».

La sezione di isolamento del carcere di Bancali è stata trovata in deprecabili condizioni, con molte celle poste fuori servizio nei giorni immediatamente precedenti la visita se non nel giorno stesso. Secondo quanto riferito alla delegazione del Garante dalle persone detenute, i blindi delle stanze restavano chiusi per l’intera giornata. Le stanze però non risultavano tutte uguali e due di esse, in particolare, hanno suscitato perplessità: la n. 3 e la n. 5. Quest’ultima, si legge sempre nel rapporto, era dotata solo di un letto fissato al centro della stanza, di fronte alla porta di ingresso e osservabile dallo spioncino, riconducibile a una “cella liscia”. Simile era anche la stanza n. 3, sempre con il letto fissato davanti alla porta. Queste due stanze e la n. 4 erano segnalate come non agibili, ma i cartelli sopra le porte delle stanze n. 3 e n. 5 sembravano essere stati appena apposti. Oltre a conferme ricevute da più fonti, il controllo del Registro dei cambi di turno del personale di Polizia penitenziaria ha mostrato proprio che le stanze n. 3 e 5 erano state di recente utilizzate, contrariamente a quanto riferito alla delegazione. A tale proposito il Garante nazionale stigmatizza il comportamento di quegli operatori dell’Istituto che alla richiesta del Registro relativamente all’ultimo mese hanno consegnato soltanto gli ultimi giorni del mese, quando effettivamente le stanze erano state chiuse. Solo a una reiterata richiesta è stata consegnata copia completa dell’ultimo mese, da cui, per l’appunto, risultava il pieno utilizzo delle stanze presentate invece come fuori uso da tempo. Le condizioni generali delle celle di isolamento, secondo il Garante, non sono a norma anche per un possibile effetto negativo e delle possibili conseguenze sull’equilibrio psichico della persona, «peraltro già in una situazione peculiare, quale è quella dell’isolamento». Ad esempio, nella stanza numero 6 che ospitava V. V., trasferito dalla Casa di reclusione di Roma- Rebibbia, gli unici arredi erano un letto con materasso, lenzuola e coperte e una ‘ bilancetta’ senza sportelli. Nessuno sgabello e nessun tavolo: per mangiare si appoggiava al letto. Poi c’era la stanza n. 7 che era ammobiliata solo con un letto dotato di materasso ma privo di lenzuola ( c’era solo una federa) e con una coperta sopra.

Nella stanza era ospitato I. P. e al momento della vista, questa persona non era nella sua stanza perché trasportata presso la comunità “Aquilone” di Flumeni di Quartu in provincia di Cagliari, distante 173 km con un viaggio senza interruzioni in un furgone con cella interna. La storia è emblematica. La comunità non era stata informata del suo arrivo, né tantomeno aveva dato la disponibilità ad accoglierlo, per cui il Garante nazionale ha potuto riscontrare che lo stesso è stato riportato la sera stessa – nelle stesse condizioni di trasporto – indietro nell’Istituto. Come se non bastasse, il Garante ha riscontrato una prassi particolare. Ovvero l’isolamento precauzionale che può durare anche 10 giorni fino all’attesa della decisione del consiglio di disciplina: accade quindi che al detenuto poi gli vengono assegnati altri 10 giorni di punizione definitiva. Il garante sottolinea che un uso sistematico della misura disciplinare cautelare viola il senso della norma che prevede che l’isolamento in via precauzionale sia adottato sempre e solo come misura eccezionale.