Quando il budget devoluto dal ministero della Giustizia non basta, interviene la mano amica degli avvocati. Il Tribunale di Milano naviga da tempo in una profonda crisi economica e, negli ultimi anni, a saldare alcune delle spese di funzionamento è intervenuto sistematicamente il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati, con un esborso complessivo di 8 milioni e 300mila euro nell'arco del decennio.Le retribuzioni del personale esterno assegnato, l'inserimento dei dati negli uffici del Giudice di pace, di Corte d'Appello e della sezione lavoro, la liquidazione delle spese di giustizia in Corte d'Appello e Tribunale, la scansione delle sentenze: a coprire questi servizi ha pensato proprio l'ordine forense che rappresenta i 22mila avvocati milanesi, deliberando anche un contributo per l'acquisto delle licenze software, dei computer per il processo civile telematico e degli impianti di videoconferenza. Le cifre, rese note da Luigi Ferrarella sull'edizione milanese del Corriere della Sera, corrispondono a 22mila euro a bilancio nel 2005, diventati 120mila nel 2007 e addirittura 250mila nel 2008, col picco record di 1milione e 468mila euro nel 2015. Un esborso significativo, deliberato annualmente dall'Ordine per sopperire almeno in parte alle carenze strutturali degli uffici.Nel preventivo del 2016 sono già stati stanziati 1 milione e 250 mila euro, che rappresentano una seppur lieve riduzione del "contributo", dovuta sia alla volontà dei vertici di riportare l'esborso entro un limite accettabile, ma soprattutto al fatto che la legge di stabilità 2016 ha disposto alcune regole più stringenti in materia di sussidiarietà: il supporto degli Ordini forensi alle attività del Tribunale deve essere finalizzato esclusivamente a realizzare «la piena operatività di sistemi informatici» necessari per permettere l'automazione del pagamento delle spese di giustizia e degli importi riconosciuti per l'equa riparazione nel caso di durata eccessiva dei processi.