“Quale giustizia? Le proposte di Magistratura indipendente”. E’ questo il tema del congresso nazionale di Mi che si è aperto ieri a Torino. Due giorni di incontri in cui le toghe di destra intendono effettuare una disamina dei problemi della giustizia italiana e proporre delle soluzioni nell’interesse del Paese. Quattro le sezioni tematiche previste in cui si discuterà, fra l’altro, di organizzazione degli uffici, valutazione di professionalità, responsabilità del magistrato.

Il congresso si pone sotto forma di dialogo aperto con la società, con le forze politiche, con l’avvocatura, perché Mi, come ha detto Claudio Galoppi consigliere togato del Csm, «è un luogo di elaborazione culturale». Arturo Soprano, presidente della Corte d’Appello di Torino, aprendo i lavori del convegno ha voluto stigmatizzare i recenti attacchi al Ministro della Giustizia Andrea Orlando. In particolare la protesta dell’Anm in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario è parsa «fuori luogo».

Il vice presidente del Csm Giovanni Legnini ha ricordato l’ottima collaborazione con il Gruppo di Mi presso l’Organo di autogoverno. Rivendicando le prerogative del Csm, si è soffermato sul percorso di riforme intrapreso in questa consiliatura. Sul punto, un plauso anche al lavoro delle Commissioni ministeriali Scotti e Vietti. Lavoro che non ha ad oggi avuto uno sbocco in iniziative legislative. La «cultura organizzativa» deve essere il perno del funzionamento della giurisdizione. E’ necessario al riguardo un impegno convito della magistratura associata che ha un ruolo importante. C’è infatti il rischio che di una distanza nel processo riformatore. Anche la base deve essere «partecipe». Relativamente alle recenti proteste, per Legnini, il rischio è che si enfatizzino alcuni aspetti negativi rispetto a quanto di positivo è stato fatto. Commentando, infine, una ricerca statistica di Demos, il livello di considerazione dei magistrati nella società è al terzo posto, dopo i medici e i docenti. L’ 80% dei magistrati, secondo un’altra ricerca statistica elaborata dalla Scuola superiore della magistratura, è soddisfatto della propria professione. La lettura combinata di queste ricerche contrasta con il grado di soddisfazione del sistema giustizia, nettamente più basso. Ed è su questo aspetto che bisogna lavorare.

Il vice segretario di Mi Antonello Racanelli ha contestato il decreto pensioni, rivendicando la protesta dell’Anm, che ha creato magistrati di serie A e di serie B in quanto il governo non è stato ai patti. Tema questo riaffermato anche da Corrado Cartoni, componente della Giunta dell’Anm. Entrambi hanno dato però atto degli sforzi fatti dal Ministro in materia di assunzioni di personale. L’intervento del Ministro Orlando si è aperto con la considerazione che vada descritta meglio presso l’opinione pubblica l’attuale sistema giudiziario. «In molti interventi che ho ascoltato durante l’inaugurazione dell’Anno giudiziario ho sentito dire che ci sono uffici sull’orlo del tracollo dove non funziona nulla. Ciò non è vero e non si fa un bel servizio alla giurisdizione». Il tema da affrontare, per il Ministro, è un altro. Ed è l’impatto che ha la dimensione internazione sulla giurisdizione. «Noi parliamo solo di questioni domestiche». Questo governo ha colmato il gap sul fronte della cooperazione giudiziaria internazionale. Un stoccata a chi vuole più sicurezza e poi vuole uscire dall’euro. Non è possibile. Basta far leva sul livello di insicurezza del Paese. «L’Italia non è un santuario per i criminali europei».

Contrarietà del Ministro alla separazione delle carriere e, circa il processo penale, ci son troppe «aspettative e non va considerato come mezzo per risolvere i problemi della società». Fondamentale, dunque, contrastare «il populismo penale». Il ministro ha concluso con rivendicando i 700milioni di euro spesi per lo sviluppo del Processo civile telematico, le assunzioni per colmare le scoperture di organico. Nervo scoperto la magistratura onoraria. «E’ impossibile la stabilizzazione ma una soluzione va trovata».