La seconda sezione della Corte di Cassazione ha annullato, in relazione ai fatti pregressi fino al 2005, la sentenza di condanna inflitta nei confronti dell’avvocato Giorgio De Stefano, 74 anni, dalla Corte d’Appello con il rito abbreviato a 15 anni e quattro mesi di reclusione per associazione mafiosa. Per l’avvocato De Stefano, definito dagli inquirenti «soggetto di cerniera» con la ’ndrangheta, la Suprema Corte ha inoltre disposto il rinvio del processo d’Appello ad altra sezione del Tribunale reggino per un nuovo esame rispetto ai fatti contestati dopo il 2005. La Cassazione ha anche disposto l’annullamento con rinvio ad altra sezione per l’imprenditore Angelo Emilio Frascati (8 anni), Domenico Marcianò (9 anni e quattro mesi), Antonino Nicolò (13 anni e dieci mesi), Antonio Messina, ex vicesindaco di Villa San Giovanni (2 anni). La Suprema Corte ha invece dichiarato inammissibili, rigettandoli, i ricorsi di Antonino Araniti (8 anni), Mario Vincenzo Stillitano (15 anni e quattro mesi), Domenico Stillitano (14 anni e quattro mesi), Roberto Moio (collaboratore di giustizia, un anno e dieci mesi) e Giuseppe Smeriglio (un anno e dieci mesi). Il processo "Gotha" è la sintesi di quattro distinte inchieste coordinate dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria ("Mammasantissima", "Reghion", "Fata Morgana" e "Sistema Reggio") sul così detto «direttorio della ’ndrangheta reggina», «struttura - secondo la Procura distrettuale - che puntava anche ad alterare l’equilibrio degli organi costituzionali e in grado di potere interagire tra l’ambito visibile e quello occulto dell’organizzazione criminale».