La “stagione dei codici” continua e questa volta tocca al processo contabile, fino ad oggi disciplinato da norme disseminate in testi di legge separati, alcuni dei quali risalenti addirittura agli anni Trenta. Giiovedì sera il Consiglio dei ministri ha approvato in esame preliminare il primo Codice di giustizia contabile, che racchiude e ordina le disposizioni processuali di tutte le tipologie di giudizi davanti alla Corte dei Conti. Il testo contenuto nel decreto legislativo raccoglie organicamente e in modo sistematico le norme esistenti e introduce anche qualche elemento di novità, in materia di giudizi di responsabilità per danno erariale. Il nuovo Codice, infatti, ha introdotto e recepito il principio del giusto processo e della parità delle parti, rinforzando le garanzie della difesa. In particolare, il pubblico ministero dovrà svolgere attività d’indagine sia per provare che per escludere l’eventuale responsabilità erariale. Inoltre, è stato previsto l’obbligo di motivare gli atti istruttori, a pena di nullità; sono stati introdotti riti alternativi e semplificati per ridurre il contenzioso e inserite norme per rendere più certa l’esecuzione delle sentenze di condanna.Per un passo avanti, però, uno indietro. Nella stessa seduta, infatti, il Consiglio dei ministri ha anche approvato un decreto legge che proroga di sei mesi i termini per l’avvio del processo amministrativo telematico, la cui entrata in vigore era prevista per il 1° luglio. «La grande novità del Pat rende inoltre opportuno un prolungamento del periodo di sperimentazione, che consenta di meglio testarne le criticità, assicurandone un avvio ordinato e funzionale», è stata la comunicazione del governo e il riferimento è alla necessità di adeguare la norme del codice del processo amministrativo in materia di autentica, per quel che riguarda l’attestazione di conformità all’originale cartaceo delle copie informatiche depositate telematicamente. Il provvedimento ha suscitato la reazione immediata del presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno: «Sono dispiaciuto per il rinvio di sei mesi, da parte del Consiglio dei ministri, del periodo di sperimentazione del processo amministrativo telematico. Un Paese che rinvia è un Paese che non vuole affrontare la realtà». Il magistrato, nel suo intervento al congresso dell’Unione nazionale avvocati amministrativisti, è stato molto critico con la decisione del governo. «Il rinvio è una circostanza molto italiana che non ci riporta alle migliori abitudini. Questi sei mesi allora dovranno servire per mettere meglio a regime il meccanismo del Pat e correggere eventuali errori, certo è che i regolamenti possono essere modificati. Spero che si tratti dell’ultimo rinvio. Occorre spendere nel modo migliore, a questo punto, il tempo che ci attende». Anche gli amministrativisti hanno rivolto parole dure contro l’Esecutivo per bocca del presidente dell’Unione, Umberto Fantigrossi, che ha definito «un fulmine a ciel sereno» il rinvio. «Ci hanno messi di fronte al fatto compiuto, nonostante ci siamo applicati per fermare le proteste dell’avvocatura, che voleva proclamare uno sciopero. Siamo stanchi di venire trattati da sudditi, questa decisione ci rimanda a un brutto passato». Un passato che durerà almeno - e a questo punto nei migliori auspici - fino al 1° gennaio 2017.