È attesa per le 14 la sentenza di appello per la morte di Mario Cerciello Rega. I giudici sono entrati in Camera di Consiglio alle ore 11:30. Al termine delle controrepliche ha preso la parola anche Finnegan Lee Elder, il giovane americano che ha pugnalato il vice brigadiere. «Oggi ho 22 anni e dopo tre anni di carcere ho avuto tempo per meditare questo pensiero» ha esordito, parlando l'italiano che ha appreso in carcere. «Provo rimorso - ha proseguito - per il dolore che ho provocato e porgo le mie sentite condoglianze alla famiglia di Cerciello Rega. Sono consapevole che stanno vivendo un lutto senza fine, sono sempre nei miei pensieri. Come lo è l'Arma: non sapevo che fossero carabinieri. Chiedo perdono alla famiglia: lo scontro c'è stato, l'ho colpito ma vorrei tornare indietro per non provocare tanta sofferenza». E ha concluso: «La mia storia è stata sempre la stessa dall'inizio perché quella è la verità. Accetto la mia responsabilità e confido che mi sia assegnata la mia quota di responsabilità». Durante le controrepliche l'avvocato di parte civile Franco Coppi ha ribadito che «siamo certi che i due carabinieri si siano qualificati. Non è possibile che si configuri la legittima difesa perché sono stati i due imputati a creare la situazione di pericolo. Sul concorso di Natale, non è necessario che ci sia accordo sull'evento; basta che la condotta altrui sia accettata integralmente». E sorprendentemente ha aggiunto: «Varriale ha mentito sulla pistola per coprire l'Arma perché si sa che operazioni del genere vengono fatte». Insomma un eroe che si immola per il gruppo. Invece l'avvocato Renato Borzone, difensore di Finnegan, ha depositato una ulteriore memorie in cui ha elencato le «53 bugie e contraddizioni di Varriale», il carabiniere collega di Cerciello, sulla pistola, sullo scopo dell'operazione, sulle lesioni riportate.