Il Tar del Lazio, accogliendo il ricorso del giudice
Piergiorgio Morosini, ha annullato la nomina di
Antonio Balsamo a Presidente del Tribunale di Palermo. Era stato il gip
Morosini, difeso dagli avvocati
Aristide Police, Vittorio Triggiani e Alessandro Parini, a impugnare la delibera del plenum del
Csm del 7 luglio 2021 con cui venne approvata la proposta di conferimento in favore di Balsamo dell’ufficio direttivo di Presidente del Tribunale di Palermo.
Presidente del tribunale di Palermo, per Morosini il giudice Balsamo non ha i requisiti
Secondo
Morosini, il Presidente poi nominato
Antonio Balsamo non avrebbe avuto i requisiti richiesti per ottenere quella nomina direttiva. E, dunque, non poteva essere nominato a capo del Tribunale di Palermo.
Morosini aveva scritto nel ricorso di essere entrato in magistratura nel giugno 1993 e di avere prestato servizio dall’ottobre 1994 presso il
Tribunale di Palermo con competenza in diritti reali, successioni e locazioni. Dal maggio 1995 era stato assegnato alla sesta sezione penale con funzione di giudice del dibattimento penale collegiale e monocratico, nonché di giudice del riesame. Successivamente dal marzo 2002 ha svolto le funzioni di gip sempre a
Palermo e dal 2008 è andato al Massimario della
Cassazione. Dal 2014 al 2018 è stato componente del
Csm. E dal 2018 è tornato a svolgere la finzione di gip a Palermo.
Presidente del tribunale di Palermo, cosa scrive il Tar del Lazio
Secondo il Tar del Lazio, Presidente
Antonino Savo Amodio, estensore
Francesca Petrucciani, come apprende
l’Adnkronos, il ricorso di
Morosini contro
Balsamo «deve essere accolto, con annullamento dell’atto impugnato ed assorbimento dell’ultima doglianza relativa ai tempi della deliberazione, dovendo il
Csm rideterminarsi ai fini dell’attribuzione dell’incarico direttivo per cui è causa». A questo punto, il Presidente del Tribunale Antonio Balsamo potrebbe fare ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del
Tar del Lazio. Piergiorgio
Morosini contattato
dall’Adnkronos al momento preferisce non rilasciare dichiarazioni.