«Ci fossimo stati noi al governo, non sarebbe entrata in vigore». Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia e soprattutto senatore della Lega, respinge così ogni addebito sulla prescrizione. Contesta l’accusa rivolta al suo partito: “Perché a fine 2018 avete votato la norma sulla prescrizione?”. «Abbiamo denunciato subito i pericoli per il processo, innanzitutto con le parole di Giulia Bongiorno: “Rischia di essere una bomba”. Abbiamo preteso di rinviare l’entrata in vigore della norma e stabilito che prima si sarebbe dovuta definire una riforma penale complessiva. Fossimo stati noi al governo non avremmo mai consentito l’esito dinanzi al quale siamo ora». Ostellari offre un’idea di Lega attenta al diritto di difesa: dal «patto di consultazione» con l’Unione Camere penali al rinnovato impegno sull’avvocato in Costituzione fino appunto a un intervento sulla prescrizione «in tutte le occasioni in cui sarà possibile».

C’è un processo che, visto il voto nella giunta di Palazzo Madama, potrebbe riguardare Salvini sul caso Gregoretti.

Il segretario della Lega sarà processato per aver difeso il nostro Paese, abbiamo lanciato un’iniziativa in cui chiediamo di digiunare per Salvini. Digiunerò anch’io.

Intanto la giustizia penale vacilla sotto i colpi della prescrizione: sente il peso di averla votata?

Noi siamo stati garanti del sistema: a fine 2018 abbiamo evitato che entrasse subito in vigore. Abbiamo preteso che fosse accompagnata da una riforma del processo: non potevamo che tradurre tale previsione in un patto politico. Serviva una revisione del codice così coraggiosa e incisiva da rendere tollerabile quella modifica ed evitare comunque che producesse processi infiniti. Chi ora governa con i 5 Stelle non ha assicurato le stesse garanzie.

Limitare la nuova prescrizione

alle condanne: è d’accordo?

Assolutamente no. È una misura in contrasto con la Costituzione. Non mi pare una soluzione accettabile.

Dovrebbe entrare nel ddl penale: quando arriverà in Senato, anche come presidente della commissione Giustizia, proverà a eliminare la nuova prescrizione?

Certo che ci proveremo. Alla Camera, se il testo sarà incardinato lì, e poi qui a Palazzo Madama. L’esame dell’eventuale riforma ci vedrà protagonisti. E non si tratta di una battaglia ideologica: la prescrizione è un istituto importantissimo, e non la si può modificare in modo da strutturare un processo dai tempi indefiniti.

Una delegazione della Lega ha incontrato l’Unione Camere penali: che impegni avete preso?

Nell’incontro della scorsa settimana abbiamo stabilito un patto di consultazione permanente. Su tutto quanto riguarda il codice penale e il codice di rito, su ogni eventuale ipotesi di modifica. È un accordo essenziale per la Lega.

A cosa si riferisce?

Al fatto che noi auspichiamo di essere al governo tra non molto. Metteremo mano alla giustizia a partire dal confronto con gli avvocati. Con l’Unione Camere penali c’è la reciproca volontà di condividere un percorso, per rendere la giustizia efficiente nel rispetto delle garanzie. Che non vanno mai sacrificate. Sappiamo bene che non si può essere sempre d’accordo sul tutto. L’Ucpi per esempio ha criticato alcuni provvedimenti da noi fortemente voluti, come l’eliminazione del rito abbreviato per i reati da ergastolo. Ma siamo convinti che il confronto consenta sempre di trovare le soluzioni più giuste.

Nella riforma penale potrebbe essere eliminata la rinnovazione del dibattimento nei casi in cui cambia un giudice: è una norma che contrasterete?

È impensabile rinunciare al principio dell’oralità nella formazione della prova. Certo, qualora una norma del genere fosse inserita in un ddl la contrasteremmo. Abbreviare i tempi del processo non significa eliminare le garanzie. Che sono necessarie nel penale come nel civile e nel tributario, dove pure mi pare ci siano propositi di riforma non condivisibili.

Qual è l’ipotesi che più la preoccupa?

Credo che la priorità dovrebbe consistere nel prevedere anche per il tributario l’assunzione della prova attraverso testimoni. In nessuna giurisdizione lo Stato può tramutarsi in un controllore che ha il solo obiettivo di punirti, senza guardare piuttosto a un effettivo accertamento. Senza garanzie non si accerta nulla, e le garanzie, va ricordato, servono anche alle persone offese. Dopodiché c’è una priorità che sovrasta le altre.

Vale a dire?

Gli investimenti. Non c’è riforma della giustizia senza risorse, senza strutture, senza personale. E non c’è un Paese credibile senza una giustizia che funzioni davvero. Anche nel senso di una pena effettivamente eseguita. Ma una macchina funziona se ci sono i mezzi.

A breve potrebbe partire l’esame del ddl sull’avvocato in Costituzione: la Lega sosterrà la riforma?

In calce a quel disegno di legge costituzionale c’è la firma del nostro capogruppo al Senato Massimiliano Romeo. Non abbiamo cambiato idea. Rafforzare il ruolo del difensore e il peso della difesa va nella direzione di quella tutela delle garanzie di cui ho detto. Con il presidente del Cnf Mascherin ci siamo confrontati più volte sull’avvocato in Costituzione, ne abbiamo condiviso il principio. Adesso mi pare una battaglia coerente anche con quella sulla prescrizione. E anzi mi chiedo come il Movimento 5 Stelle possa sopprimere un istituto di diritto sostanziale qual è la prescrizione e contemporaneamente ribadire l’importanza della difesa nel processo penale.