Sempre più telefonini nelle mani dei detenuti vengono trovati negli istituti penitenziari: secondo i dati fornitici dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria nei primi mesi del 2019 sono stati 295 quelli scoperti. Nel 2018 erano stati 642.

Adesso il Dap ha deciso di investire in maniera significativa per contrastare questo fenomeno preoccupante: ammonta, infatti, a quasi 3,5 milioni di euro per il 2019 il totale degli acquisti programmati per migliorare la sicurezza degli istituti di pena. L’obiettivo di tale misura è sicuramente quello di impedire ai reclusi di continuare a dare disposizioni e ordini ai gruppi criminali all’esterno, di comunicare eventuali trasferimenti, di inquinare e occultare prove. Alla ribalta della cronaca era arrivati casi in cui i cellulari erano stati addirittura rinvenuti nei pannolini di un neonato, portato da una nonna in carcere per visitare il padre, o nel retto di un detenuto. Una situazione allarmante a cui spesso i sindacati di polizia penitenziaria hanno chiesto di porre rimedio al ministero della Giustizia.

Nella scelta degli investimenti e delle spese da effettuare – spiega una nota del Dap - “si è data netta preferenza alla strumentazione e alla tecnologia in grado di inibire ovvero isolare gli apparati telefonici mobili, introdotti abusivamente negli istituti penitenziari”. Nel dettaglio gli acquisti riguardano le seguenti strumentazioni: 80 apparecchi per il controllo radiografico dei pacchi; 74 metal detector a portale; 165 jammer per l’inibizione delle frequenze telefoniche; 200 rilevatori manuali di telefoni cellulari, anche spenti; 2 apparati IMSI per la cattura di frequenze telefoniche; 65 apparati rilevatori di traffico di fonia e dati.