«Ci sono spazi abbandonati perché piove dentro e non ci sono i soldi per riparare. Torniamo a insistere di fare un monitoraggio e una valutazione perché questi soldi vengano usati bene con un'idea progettuale», ha affermato Bruno Mellano, il garante dei detenuti della regione Piemonte, durante la presentazione di fine anno del settimo dossier delle criticità strutturali e logistiche delle carceri piemontesi.

Infatti, mentre ancora si parla di costruire nuove carceri, rimane il problema di come spendere i fondi per ristrutturare i penitenziari già esistenti. Nel dossier redatto dal garante regionale, emerge che appare una necessaria e urgente completa e attenta ricognizione degli spazi presenti nelle 13 strutture penitenziarie per adulti del Piemonte e nel carcere minorile di Torino.

Si apprende che spesso spazi, stanze, locali, magazzini, depositi, cortile, pur esistenti, risultano trascurati, sottoutilizzati o del tutto inutilizzati, potrebbero essere opportunamente recuperati o convertiti per le attività formative, scolastiche, lavorative, sanitarie, di socialità, sportive, culturali o ricreative. Il dossier sottolinea che, come si è già verificato, anche in Piemonte, un attento monitoraggio degli spazi può portare concrete e positive sorprese: troppo sovente locali che hanno perduto la propria originaria funzione finiscono per diventare nel complesso di una struttura che vive nell’emergenza e nel turbinare delle figure apicali, un deposito dimenticato o una porta chiusa. Il dossier osserva che ogni programma di ristrutturazione o di riorganizzazione, ma anche di costruzione o di adeguamento, deve essere preceduto da una rigorosa analisi del patrimonio esistente.

Alcuni dati sviscerati dal dossier aiutano a capire meglio. Ad esempio a fine luglio 2022 in Piemonte risultavano ben 269 camere di pernottamento non utilizzabili, corrispondenti a ben 319 posti “temporaneamente” non disponibili nelle 13 carceri per adulti: si tratta della dimensione di un istituto penitenziario di media grandezza. La stessa emergenza pandemica, con le urgenze legate all’isolamento sanitario e alla separazione della popolazione detenuta, ha fatto emergere risorse e spazi sottoutilizzati o non più utilizzati, spingendo – in alcuni casi – ad un recupero, almeno temporaneo.

Ma i progetti interessanti non mancano. «Abbiamo un intervento straordinario sul minorile di Torino da 25 milioni e mezzo – ha spiegato il garante Mellano durante la presentazione del dossier -, noi chiediamo che sia attentamente studiata una progettazione architettonica e urbanistica per l'intero compound del “Ferrante Aporti’».

Per Mellano «ci sono delle progettazioni molto interessanti della Regione Piemonte sullo sportello lavoro e sportello multiservizi, sugli agenti di rete che chiederanno alle carceri piemontesi nei prossimi mesi di avere spazi, uffici, ambiti di incontro e colloquio con i detenuti. Occorre davvero che l'amministrazione penitenziaria nazionale ( Dap) e l'amministrazione regionale facciano uno sforzo per mettere agli operatori gli strumenti per poter lavorare». E ha sottolineato: «Le criticità sono tante, le strutture sono vecchie, obsolete e usurate dal sovraffollamento. Paradossalmente nei nostri istituti ci sono progetti di eccellenza, alcuni in fase di avvio. Voglio citare Agorà di Alessandria che è uno spazio innovativo da tre anni in partenza». Non solo. «Non possiamo tollerare ulteriormente questo spreco di spazio e risorse. Per esempio non è tollerabile scoprire che ad Asti ci sono 5 stanze nell'area infermieri che non vengono utilizzate», ha denunciato il Garante regionale.