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Foto Piero Cruciatti / LaPresse 17-08-2015 Milano, Italia Cronaca Visita al carcere di San Vittore a Milano Nella Foto: Una cella del III raggio del carcere di San Vittore Photo Piero Cruciatti / LaPresse 17-08-2015 Milano, Italy San Vittore prison in Milan News In the Photo: A cell in the III wing of the San Vittore Prison
A i 61 suicidi di detenuti dall’inizio dell’anno ieri si è aggiunto quello di un agente penitenziario: il settimo. L’agente si è sparato mentre era in servizio sul muro di cinta della Casa Circondariale di Palermo Ucciardone. Un altro segnale della drammatica situazione dei penitenziari italiani, dove il disagio psichiatrico e la tossicodipendenza affliggono la popolazione carceraria. Un problema che la Procura generale di Perugia, la Corte di Appello del capoluogo umbro e le autorità sanitarie hanno affrontato in un protocollo sottoscritto a fine luglio. Lo spirito dell’accordo è quello di creare maggiore «consapevolezza della necessaria centralità che assume la concreta offerta trattamentale e rieducativa proposta dai servizi di salute mentale rispetto ad ogni decisione che intenda assumere l’autorità giudiziaria circa gli autori di reato, con problematiche di salute mentale, potenzialmente destinatari di misure cautelari o di misure di sicurezza». Tra gli obiettivi quelli di: «facilitare l’approccio alle situazioni più critiche, tra cui: la decisione circa la scelta della misura di sicurezza da eseguire in via provvisoria; gestire l’acuzie nell’autore di reato con ipotizzabile prognosi di non imputabilità o semi- imputabilità legate alla situazione sanitaria mentale; eseguire la misura di sicurezza nei riguardi di soggetti che non abbiano avuto una pregressa presa in carico presso il territorio di riferimento; valutare più approfonditamente possibile le situazioni di probabile infermità in modo da consentire anche un corretto approccio al giudizio di imputabilità/ non imputabilità dei soggetti c. d. “cripto- imputabili” e di evitare un accesso massivo e indiscriminato alle Rems, per via dell’assenza di alternative concrete”». Ieri il pg Sergio Sottani ha reso noti i primi dati del monitoraggio, proprio il giorno dopo l’approvazione in Senato del dl Carceri che ha visto l’approvazione di un emendamento di FI per cui «i detenuti tossicodipendenti potranno scontare la pena nelle comunità terapeutiche dove possono avere anche un sostegno psicologico per uscire dalla tossicodipendenza», ha spiegato il senatore
Zanettin. «Presso la Casa Circondariale di Perugia – si legge nella nota di Sottani - a fronte di 461 detenuti totali, 215 presentano problemi di dipendenza, di cui 67 anche con patologie psichiche; 22 sono i detenuti con patologie psichiche non tossicodipendenti. Nella Casa Circondariale di Terni, che ad oggi conta 561 reclusi, i detenuti affetti da problemi psichiatrici sono 95 di cui 30 realmente psichiatrici e i restanti 65 affetti da disturbi minori. I detenuti in terapia psicofarmacologica attualmente sono 300; quelli tossicodipendenti 136 di cui 15 con doppia diagnosi. I detenuti in terapia sostitutiva ( metadone) sono 14. La Casa di reclusione di Spoleto, con 461 reclusi, risultano 40 tossicodipendenti; 5 i detenuti affetti da disturbi psichiatrici. Infine, alla Casa di reclusione di Orvieto, a fronte di 119 condannati, 61 sono i detenuti seguiti dal Serd ( Servizio per le dipendenze) di cui 6 in terapia con metadone; 35 quelli affetti da disturbi di tipo psichiatrico, di cui 2 con disturbo psicotico grave».