C’è la beffa dei 600 euro. Che in sé non rappresentano una sorpresa, perché a tanto era ammontata, per i professionisti, la prima rata del bonus, ma che lasciano ancora una volta il mondo ordinistico nella retrovia del presunto privilegio, visto che, per le categorie non dotate di una loro Cassa, il “reddito di ultima istanza” sale ora a 1.000 euro. Una «discriminazione», come l’ha definita Alberto Oliveti, il presidente dell’Adepp, la “rete” di cui fa parte pure Cassa forense. Ma proprio l’ente previdenziale degli avvocati da oggi potrà almeno sanare la posizione dei circa 35mila iscritti ancora in attesa del bonus di marzo. Ieri è infatti finalmente apparso sul sito del Mef il decreto interministeriale ( condiviso da Gualtieri con la responsabile del Lavoro, Catalfo) grazie al quale tutti gli istituti delle professioni ordinistiche potranno riprende il pagamento dei 600 euro di marzo ai loro associati che ne avevano diritto ma che erano rimasti in attesa perché era stato già esaurito il fondo iniziale, da 200 milioni. «Adesso il Dl Rilancio ha innalzato il fondo, per i professionisti dotati di un loro ente, a 1 miliardo e 150 milioni», ricorda Nunzio Luciano, presidente di Cassa forense, «e anche se non c’è ancora l’ulteriore decreto interministeriale attuativo che servirà per erogare i bonus relativi ad aprile e maggio, possiamo almeno riprendere la catena dei versamenti ai nostri iscritti relativi a marzo». Il miliardo e passa stanziato all’articolo 81 del decreto coprirà, quando sarà appunto recepito dalla normazione secondaria, sia l’intero ammontare della prima rata che il pagamento della seconda e della terza.

Ne avranno certamente diritto coloro che sono rientrati nel primo bonus. A loro si potranno ora aggiungere i professionisti iscritti anche a “gestioni” diverse da quella per loro “principale”: un avvocato che, per esempio, ha piccoli versamenti anche all’Inpgi, l’ente dei giornalisti, potrà dunque ricevere i 600 euro. «Certamente per aprile e maggio», spiega Luciano, «ma confidiamo in un’interpretazione che consenta di riconoscere a questi colleghi l’assegno anche per marzo, ora che la clausola di esclusività è stata rimossa». Di sicuro la possibilità di rendere retroattiva l’estensione a chi non vanta la “esclusività” sarà tra le richieste che, a inizio settimana prossima, l’Adepp formulerà in una nuova lettera al governo. Insieme con il pressing per attribuire il bonus anche ai percettori di pensioni ( ora esclusi) specie se basse, per ottenere la restituzione dei bonus anticipati su marzo e soprattutto per sanare l’inspiegabile differenza tra professioni ordinistiche e altre partite Iva. Beneficiate con quei 1.000 euro che forse, per il governo, avvocati e commercialisti non meritavano...