Secondo l’ex procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio, la riforma Cartabia è insufficiente. In un’intervista al quotidiano “La Verità”, il magistrato ora in pensione, esprime le sue perplessità sul testo che innova il Consiglio Superiore della Magistratura e l’ordinamento giudiziario. Per Nordio, quindi, saranno decisivi i referendum, di cui si sta facendo “promotore” insieme ai professori Giovanni Guzzetta, Bartolomeo Romano e gli avvocati Andrea Pruiti Ciarello e Gippy Rubinetti. «La mia indicazione - afferma Nordio, riferendosi ai referendum - è emersa nell'ambito di una serie di dibattiti organizzati dalla Fondazione Einaudi, del cui consiglio di amministrazione faccio parte. Personalmente ho rilevato che vi erano giuristi assai più prestigiosi e autorevoli di me, ma è prevalsa la considerazione che 40 annidi esperienza come pubblico ministero mi rendessero interlocutore valido per discutere gli aspetti pratici conseguenti a un'eventuale vittoria del referendum». Qualora dovessero vincere i “si”, «l'effetto immediato e diretto sarebbe già importante: la custodia cautelare verrebbe resa compatibile con il principio costituzionale della presunzione di innocenza, eliminando o almeno riducendo l'uso e l'abuso che se ne è fatto finora. L'eliminazione della legge Severino, che comporta la decadenza di amministratori anche prima della sentenza definitiva di condanna, renderebbe più sereno ed efficiente il loro operato; la separazione delle funzioni sarebbe un primo passo verso quella delle carriere, senza la quale il processo accusatorio che abbiamo adottato nel 1989 non funziona; la partecipazione degli avvocati ai consigli giudiziari allargherebbe la cosiddetta cultura della giurisdizione, che per definizione non può limitarsi al giudice e all'accusatore ma deve comprendere anche il difensore». Mentre «nel Consiglio Superiore della Magistratura verrebbe ridotto il peso delle correnti, che hanno screditato la magistratura dopo l'esplosione dello scandalo Palamara. Ma in realtà il significato di una vittoria o anche di una larga partecipazione, se non fosse raggiunto il quorum, sarebbe quello della volontà dei cittadini di una riforma globale della giustizia penale. E questo si può raggiungere, in prospettiva, attraverso una nuova Costituzione». Nordio, inoltre, boccia la riforma Cartabia: «È il minimo sindacale per ottenere gli aiuti europei. Contiene alcune cose buone, ma assolutamente insufficienti per risolvere i problemi della giustizia penale. Del resto, le riforme non la fa il ministro ma il Parlamento. E questo Parlamento non mi sembra in grado di intervenire in modo radicale ed efficace». La Lega ha annunciato che proporrà correzioni al testo al Senato. È d'accordo con quei cambiamenti? «Non conosco in dettaglio le proposte della Lega: certo ci sarebbe molto da modificare». E sul Csm aggiunge: «Le correnti troveranno comunque il modo di spartirsi a tavolino candidati e collegi, con accordi preventivi. L'unico modo per troncare radicalmente il legame tra elettori ed eletti è il sorteggio, che tuttavia richiede una riforma costituzionale. Ma già la vittoria del referendum sarebbe un bel passo avanti».