Ci sono alcuni direttori delle carceri che stanno decidendo di non interrompere le telefonate quotidiane tra le persone detenute e i loro cari, in modo da rinsaldare i legami familiari che spesso vengono spezzati dalla detenzione. Questo è ciò che riferisce Ornella Favero, Presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia e direttrice di Ristretti Orizzonti, la quale ricorda che da volontaria ha passato molti anni in carcere, formandosi come mediatore penale e insegnando l'importanza dell'ascolto.

Ornella Favero sostiene che l'incapacità di ascoltare è un problema che riguarda molte istituzioni, inclusi i sistemi carcerari. Spesso le esigenze delle persone detenute vengono ignorate, e questo può avere conseguenze negative sulla loro salute mentale e sulle loro relazioni familiari. Tuttavia, ci sono alcune carceri in Italia che stanno cercando di fare la differenza, concedendo alle persone detenute più tempo per le telefonate quando ci sono motivi di ' particolare rilevanza'.

La direttrice di Ristretti Orizzonti fa riferimento a esempi concreti di carceri in cui è stato possibile suddividere tra madri, mogli, figli e nipoti i dieci minuti al giorno di telefonata, offrendo così un'occasione preziosa per rinsaldare i legami familiari. Inoltre, Ornella Favero fa notare che la pandemia ha contribuito a rendere ancora più importante questa opportunità, poiché ha limitato i contatti personali tra le persone detenute e i loro cari. Per questo motivo invita tutti i direttori delle carceri a fare ogni sforzo per permettere alle persone detenute di telefonare a casa ogni giorno e di continuare a fare almeno una volta a settimana la videochiamata. Questo aiuterebbe a ridurre la solitudine e il rischio di suicidio tra le persone detenute, e a mantenere i legami familiari che spesso sono l'unica fonte di sostegno e conforto durante la detenzione.

In conclusione, Favero fa un appello a tutti coloro che lavorano nelle carceri per prendere sul serio l'importanza delle relazioni familiari per le persone detenute, e per fare tutto il possibile per sostenere questi legami preziosi. La possibilità di una telefonata quotidiana o di una videochiamata settimanale può fare la differenza nella vita delle persone detenute, offrendo una piccola ma preziosa occasione di connessione e di conforto. Un appello che è stato poi ripreso ed ampliato da varie associazioni, “Sbarre di Zucchero in primis”, anche perché la fondatrice di tale associazione è l’ex detenuta Michela Tosato. È lei che per un periodo è stata compagna di cella di una giovane ragazza, Donatella Hodo, che si suicidò al carcere di Verona lo scorso 18 agosto. La solitudine, il senso di abbandono, lo sconforto, il sentirsi continuamente sbagliati, la sensazione di essersi rovinati la propria vita e di non avere più alcun un futuro. In carcere tutto è amplificato. Ridurre a pochi minuti a settimana l’affettività, devasta ancor di più.