DA UNO SCAMBIO DI AUGURI, IL SENSO VERO DELLA GIURISDIZIONE

PRESIDENTE ASS. VENETA AVV. AMMINISTRATIVISTI

Ci sono momenti inaspettati, nei quali si rivela qualcosa di quello che siamo davvero. Può ad esempio succedere a uno scambio di auguri natalizi tra avvocati e giudici ( in forma telematica, come avviene di questi tempi). Non c’è niente da spiegare: quelle che seguono sono alcune frasi a braccio che ho scambiato con la Presidente del Tar Veneto Maddalena Filippi. Un avvocato e un giudice: ed è lo stesso senso di responsabilità ad unire avvocati e giudici nell’esercizio delle loro funzioni. Lo si può anche scrivere in Costituzione, ma è già chiarissimo: siamo tutti essenziali al sistema giustizia.

A CHE SERVE DISCUTERE IN UDIENZA

Io: Devo dire che come avvocati percepiamo quando vi è quella cosa che chiamate pre- udienza, tra di voi, prima… Filippi: … pre- camera di consiglio…

Io: … pre- camera di consiglio… perché questo consente una conduzione attiva, interattiva, cioè di fare delle domande, di capire quali sono i punti fondamentali, di non ridursi solo ad ascoltare ciò che diciamo.

Filippi: E, d’altra parte, le domande che il giudice rivolge agli avvocati nel corso dell’udienza consentono anche ai difensori di cogliere ciò che – immagino – capiti spesso di cogliere… E cioè che il giudice non ha individuato il punto, ha posto il baricentro della questione in modo non del tutto “centrato” rispetto alla prospettazione delle parti, o più semplicemente non ha tenuto conto di argomentazioni ritenute importanti, ne ha dato un’interpretazione diversa rispetto a quella del difensore… Una sorta di verifica incrociata tra le parti e il giudice per arrivare a decidere la controversia senza equivoci.

LA FIDUCIA NEI PROPRI GIUDICI E IL COMUNE SENSO DI RESPONSABILITÀ

Io: Non credo si possa più dire che siamo un’isola felice, però credo che – come diritto amministrativo – abbiamo un rapporto di colleganza tra di noi, una competenza, una correttezza nei nostri rapporti, una fiducia nei nostri giudici che è molto importante. Poi magari esce una sentenza che tu pensi che non vada bene, magari in quel caso singolo vacilla la fiducia. Ma a livello di sentimento diffuso, no. A livello di sentimento diffuso è molto importante per noi avere fiducia nei nostri giudici e avere con i nostri giudici un rapporto in cui ci sentiamo parti nel condividere una responsabilità nell’esercizio di una funzione: quella di dare giustizia. (…) Il diritto amministrativo è in crisi, vedo anche la situazione economica attuale, che certo non giova, e la tendenza è a non fare solo amministrativo, ma a fare quel civile che è collegato all’amministrativo, quel tributario che è collegato all’amministrativo, quel penale che è collegato all’amministrativo, perché devi evidentemente vivere, lavorare. Però l’impressione è che ti stai occupando di cose importanti quando ti stai occupando di diritto amministrativo, perché c’è sempre in gioco l’interesse pubblico e quindi questo ci porta ad essere particolarmente impegnati. Non ci sono situazioni da ciclostile, ogni cosa ha un’importanza che richiede il tuo impegno e che mette in gioco la tua responsabilità.

Filippi: Sono d’accordo. L’accento va posto proprio sulla condivisione di una responsabilità nell’esercizio di questa funzione… sono davvero convinta dell’importanza di sentirci tutti impegnati – tutti noi, avvocati e magistrati – nel cercare di dare giustizia al cittadino. L’impegno è lo stesso, la missione è la stessa, il senso di responsabilità è lo stesso. E questo unisce, questo ci fa sentire squadra… ci fa appassionare al nostro lavoro… Una responsabilità che comincia dallo studio delle cause e dall’approfondimento delle questioni giuridiche, e passa per la lealtà con cui si espongono le tesi e si ascoltano tutte le controtesi, durante la discussione in udienza come in sede di decisione con i componenti del collegio… Questo filo conduttore, questo senso di condivisione di una responsabilità verso il cittadino è senza dubbio l’aspetto più bello del nostro lavoro.

UNA FRASE IMPORTANTE

Filippi: penso sempre a una frase che mi colpì molto, una di quelle frasi che restano come stella polare. Una sera tra amici, un’amica si lamentava del marito, anestesista in un reparto di cardio- chirurgia: “Mio marito è davvero esagerato… si alza, esce di casa sempre alle cinque di mattina, quando l’operazione inizia solo alle sette: che bisogno c’è di arrivare con tanto anticipo?”. Il marito, come giustificandosi, ha commentato, quasi tra sé: “Sì, è vero, forse esagero un po’… ma quando la mattina presto sono in macchina verso l’ospedale, penso sempre che, per me, quello è un giorno normale, per il paziente che sta per essere operato è il giorno più importante della sua vita”.

Ecco, quel suo impegno quotidiano mi ha colpito. Quella frase la sento ancora quando affronto lo studio di un ricorso - piccolo o grande che sia - e mi aiuta a dedicare attenzione e cura nel comprendere tutti i risvolti della controversia. Attenzione e cura per dare giustizia al cittadino…

GLI AUGURI TELEPASS

Ma questa è una storia natalizia, si conclude con gli auguri, e gli auguri più nuovi sono quelli del Segretario del Tar Veneto: “Gli auguri in funzione telepass. È la sbarra dei desideri, che, quando uno arriva vicino, si alza subito in modo che uno possa entrare nei percorsi, nelle strade della gioia, della serenità, della salute e che possa essere per tutti voi colma di gioia e di felicità”.

LA GIIUSTIZIA COME MISSIONE CONDIVISA

UNA TESTIMONIANZA PREZIOSA, OFFERTA DALL’INCONTRO PRENATALIZIO FRA ASSOCIAZIONE VENETA AVVOCATI AMMINISTRATIVISTI E MAGISTRATI DEL TAR.

È PROPRIO LA PRESIDENTE DEL TRIBUNALE VENETO, MADDALENA FILIPPI, A RICORDARE CHE IL SEGNO DISTINTIVO DELLA GIUSTIZIA, IN PARTICOLARE DI QUELLA AMMINISTRATIVA, È «LA CONDIVISIONE DI UNA RESPONSABILITÀ NELL’ESERCIZIO DI QUESTA FUNZIONE, NEL CERCARE DI DARE GIUSTIZIA AL CITTADINO »