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La notizia che il governo starebbe studiando una nuova proroga per il pensionamento dei magistrati in modo da consentire loro di rimanere in servizio fino al compimento dei 72 anni, due anni oltre il limite fissato dalla legge Madia del 2014, sta suscitando in queste ore un acceso dibattito.Si tratterebbe, infatti, della proroga della proroga, visto che analogo provvedimento venne già approvato lo scorso anno, allorquando il governo era intervenuto con un decreto d'urgenza fissando la dead line per la pensione dei magistrati al prossimo 31 dicembre, quindi un anno in più.E anche questa volta, con un decreto legge ad hoc da presentare al prossimo Consiglio dei ministri, si vorrebbe reiterare la proroga in scadenza fra qualche mese per tutto il 2017. La motivazione sarebbe sempre la stessa, e cioè le vacanze organiche che si verrebbero a creare negli uffici giudiziari, soprattutto fra i dirigenti apicali. Certamente l'errore del governo nel 2014 è stato quello di non avere avuto esatta contezza di quello che sarebbe accaduto abbassando, senza alcuna disciplina transitoria, l'età pensionabile per le toghe da 75 a 70 anni. A distanza di due anni, però, pare molto difficile poter motivare con il carattere della necessità ed urgenza una nuova proroga quando il Csm ha dimostrato di aver proceduto in questi anni a circa 500 nomine fra direttivi e semi direttivi. Anche perché questo provvedimento riguarderebbe, fra i circa 9000 magistrati in organico, appena 180 persone.All'interno delle correnti della magistratura e dell'Anm si stanno delineando due "scuole di pensiero". O una norma che riguardi tutti e che porti il limite dell'età pensionabile a 72 anni, in modo che i magistrati nella fascia d'età fra i 66 e i 68 anno possano tornare "in gioco" per un incarico direttivo (la legge prevede che non si possa aspirare ad un posto dirigenziale se mancano meno di quatto anni al raggiungimento dell'età massima per la pensione). Oppure lasciare tutto com'è. Ma nessuna proroga che, visto l'esiguo numero dei beneficiari sarebbe vista come un provvedimento ad persona. Ovviamente, aumentare a 72 anni per tutti l'età pensionabile avrebbe un costo politico molto alto per il governo Renzi alla vigilia del referendum costituzionale. Significherebbe rimangiarsi quanto detto in tema di ricambio generazionale. C'è da vedere se il premier riuscirà a resistere nelle prossime settimane alla "pressioni" delle toghe.