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Attimi di tensione ieri mattina presso l’ufficio notifiche atti giudiziari ( Unep) del Tribunale di Milano. E’ dovuta intervenire la polizia per rasserenare gli avvocati in attesa davanti agli sportelli. Complice il recente trasloco dalla storica sede ubicata all’interno del Palazzo di Giustizia, si erano create lunghe code nei corridoi dei nuovi uffici che dal mese scorso ospitano gli ufficiali giudiziari.
Ma oltre ai fisiologi disagi dovuti al trasloco, gli animi si erano surriscaldati per gli orari di apertura degli sportelli in vigore in questi giorni. L’accettazione degli atti dura infatti quanto una partita di calcio senza supplementari: 90 minuti secchi, dalle 8.45 alle 10 del mattino. Ma non solo. Sono accettati solo gli atti urgenti in scadenza in giornata. Per tutto il resto è necessario tornare un’altra volta. Un disagio per molti avvocati che curano in prima persona queste incombenze amministrative, ma solo apparentemente di minore importanza rispetto la giurisdizione, e dalla cui tempestiva effettuazione dipende l’esito del processo.
La polizia, chiamata da alcuni avvocati che temevano di essere respinti allo sportello, ha poi permesso che lo svolgimento delle operazioni avvenisse in maniera corretta. Quest’ultimo episodio rientra nella più volte denunciata da parte degli avvocati disfunzione degli apparti amministrativi del sistema giustizia. In particolare il funzionamento a “singhiozzo” delle cancellerie.
Per garantire un orario di apertura “ragionevole” in giorno feriale, l’Ordine degli avvocati di Milano ha in questi anni provveduto con proprie risorse all’assunzione di personale da destinare, ad esempio, alle cancellerie dell’esecuzione civile. Il caso si è riproposto recentemente anche per il Tribunale di sorveglianza. A dicembre sono saltate delle udienze di condannati che chiedevano di essere ammessi ad una misura alternativa a quella del carcere proprio per la mancanza di personale.
Per ovviare al problema sempre l’Ordine di Milano ha messo a bilancio per il prossimo anno dieci borse di studio da destinare a praticanti avvocati che presteranno la loro attività per supportare i magistrati nello smaltimento dell’arretrato. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando nel suo mandato ha dimostrato piena consapevolezza del problema del personale amministrativo, sbloccandone dopo decenni le assunzioni. Sono 1600, fra assistenti giudiziari e funzionari, gli amministrativi che entreranno in ruolo. Va però detto che nel frattempo si sono succeduti più concorsi per centinaia di posti per magistrati di prima nomina che da un lato hanno portato a pieno organico i ruoli delle toghe ma dall’altro hanno accentuato queste criticità.
Il sistema per un corretto funzionamento richiede infatti che non ci sia squilibrio fra personale amministrativo e giudiziario.
Senza cancellieri non è possibile celebrare i processi. Senza amministrativi non vengono mandate in esecuzione le sentenze. Giova ricordare che il meccanismo di assunzione del personale amministrativo è più complicato rispetto a quello giudiziario. Prima di procedere con il concorso è necessario espletare lunghe e farraginose procedure di mobilità fra amministrazioni pubbliche. Spesso di figure senza alcuna competenza in materia. Si pensi, ad esempio, al caso del Corpo della croce rossa militare sciolto dal Governo Monti. Dall’oggi al domani barellieri ed autisti di ambulanze si sono ritrovati alle prese con i fascicoli giudiziari.