Trent'anni fa iniziò Mani Pulite. Lunedì 17 febbraio 1992, nel suo ufficio in via Marostica 8 a Milano, al Pio Albergo Trivulzio, Mario Chiesa fu arrestato per concussione per una tangente da 14 milioni di vecchie lire che gli venne consegnata dal giovane imprenditore Luca Magni. Ma in carcere finirà anche Gabriele Cagliari. Ecco una delle lettere scritte dall'ex presidente dell'Eni, nel luglio del 1993, in cella ai suoi familiari e al suo avvocato. Un atto di giustizia contro le decisioni della magistratura dell'epoca. Le missive sono tratte dal sito gabrielecagliari.it

Miei carissimi Bruna, Stefano, Silvano, Francesco, Ghiti, sto per darvi un nuovo, grandissimo dolore. Ho riflettuto intensamente e ho deciso che non posso sopportare più a lungo questa vergogna. La criminalizzazione di comportamenti che sono stati di tutti, degli stessi magistrati, anche a Milano, ha messo fuori gioco soltanto alcuni di noi, abbandonandoci alla gogna e al rancore dell’opinione pubblica. La mano pesante, squilibrata e ingiusta dei giudici ha fatto il resto. Ci trattano veramente come non-persone, come cani ricacciati ogni volta al canile. Sono qui da oltre quattro mesi, illegittimamente trattenuto. Tutto quanto mi viene contestato non corre alcun pericolo di essere rifatto, né le prove relative a questi fatti possono essere inquinate in quanto non ho più alcun potere di fare né di decidere, né ho alcun documento che possa essere alterato. Neppure potrei fuggire senza passaporto, senza carta di identità e comunque assiduamente controllato come costoro usano fare. Per di più ho 67 anni e la legge richiede che sussistano oggettive circostanze di eccezionale gravità e pericolosità per trattenermi in condizioni tanto degradanti.

La lettera di Gabriele Cagliari al suo avvocato

Caro Avvocato, da quattro mesi ormai siamo in prima fila, meglio in prima linea, bersagliati da provocazioni e ingiustizie. Non è ulteriormente tollerabile essere colpiti da questi provvedimenti, illegittimi e applicati in modo discriminatorio. Questa dei magistrati è un comportamento che ha come unico scopo quello di coprirci di vergogna e di rancore. Deve assolutamente cessare. La ringrazio per tutto il brillante lavoro che ha svolto e voglia con questo, ringraziare anche il proc. dott. Gianzi. Vi prego di stare vicini a mia moglie e di aiutarla a superare questo momento per lei molto difficile, tragico. Le confermi, La prego, che le ho inviato una lettera per posta, per lei e i ragazzi. Ho scritto ai miei cari, e confermo qui, che intendo che il mio corpo sia cremato e le ceneri siano affidate a mia moglie. Di nuovo grazie. Una cordiale stretta di mano.