Di chi è la colpa della deriva morale della magistratura? Ma degli avvocati naturalmente. La singolare teoria arriva dal procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri il quale riconosce che sì: nella magistratura italiana «cè anche un problema corruzione», ma la responsabilità è degli avvocati che non denunciano: «Noi magistrati guadagniamo bene, io sono contento dello stipendio che ho - riconosce Gratteri - quindi il resto si chiama ingordigia, e allora bisogna essere feroci nei confronti di questi magistrati che commettono reati ricevendo soldi e regalie. Ben vengano, dunque, queste indagini per scoprire un problema che cè ed esiste, che molti avvocati sanno che esiste, quindi mi auguro che ci siano avvocati che denuncino queste corruzioni, che non sopportino che i loro colleghi più spregiudicati riescano a vincere una causa o ad avere unassoluzione perché riescono a trovare il canale per pagare». Per Gratteri, «ci vorrebbe, dunque, maggiore attenzione anche da parte del Consiglio dellordine degli avvocati e delle Camere penali, non solo del Csm, Ufficio ispettivo perché gli avvocati sono i primi a sapere quello che accade nei tribunali, nelle cancellerie e dietro le quinte di un processo».Dopo la lezione sulla reale missione degli avvocati, il procuratore Gratteri è poi passato ai suoi cavalli di battaglia, al repertorio classico. A cominciare dalle presunte scarcerazioni dei boss in tempi di Covid:«La verità è che si è cavalcata la tigre, e sono usciti minimo 8mila detenuti. Fra questi anche gente detenuta al 41bis. E stato un pessimo segnale anche perché è avvenuto un mese dopo le rivolte nelle carceri». E il fatto che lo stesso ministro della giustizia abbia spiegato più e più volte - non ultimo ieri - che il numero degli scarcerati dell'alta sorveglianza non ha mai superato le «223 unità», il procuratore Gratteri, e con lui la solita schiera di indignati - continua a raccontare una storia diversa e non suffragata da fatti e prove. Senza contare che ognuna di quelle scarcerazioni è stata decisa da un magistrato di sorveglianza che, giustamente, ha seguito le nostre leggi e la nostra Costituzione. Ma questo, per qualcuno, evidentemente è un dettaglio.