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È privo di forze, ridotto a deambulare in carrozzina e soprattutto lo avrebbero costretto ad assumere ansiolitici. Parliamo di Leonardo Cisaria, fino al 20 novembre recluso presso la casa circondariale di Brindisi. Ora detenuto presso la casa circondariale di Lucera. Sandra Berardi, la presidente dell’Associazione Yairaiha, ha rivolto un accorato appello alle massime istituzioni, tra cui il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo, e la direttrice della Casa circondariale di Lucera Patrizia Andrianello, in seguito alle gravi condizioni di salute denunciate dal detenuto Leonardo Cisaria.
L'allarme è stato lanciato dalla moglie del recluso, che ha trasmesso la preoccupante lettera del marito, affetto da patologie alimentari, molteplici intolleranze alimentari ed ha subito un intervento chirurgico per il trattamento dell'obesità in grado di ridurre il volume dello stomaco. La documentazione medica fornita al personale medico dell'istituto sembra essere stata ignorata, suscitando serie preoccupazioni in merito al diritto fondamentale alla salute di ogni individuo, anche per chi è privato della libertà personale.
La lettera di Cisaria, dettagliatamente raccontata dalla sua consorte, denuncia un notevole ritardo nel garantire il necessario regime alimentare e l'assurda somministrazione di ansiolitici senza reale necessità. L'Associazione Yairaiha ribadisce l'importanza di rispettare il diritto alla salute di ogni individuo, inclusi coloro che sono detenuti, come sancito dalla nostra Costituzione.
Leonardo Cisaria, 35 anni, attualmente recluso per reati commessi nel 2018, evidenzia nei dettagli la sua situazione critica. Già dalla sua prima detenzione nel carcere di Brindisi, Cisaria ha segnalato il suo problema alimentare alle autorità carcerarie, fornendo regolare documentazione medica. Tuttavia, anziché ricevere adeguate cure, è stato relegato in isolamento. Dopo una settimana in regime di isolamento, a seguito del digiuno forzato e dei consigli medici di sforzare lo stomaco, il detenuto ha avuto una grave crisi, perdendo sangue e dichiarato in pericolo di vita imminente. Un uomo che prima della detenzione lavorava vigorosamente per circa 12 ore al giorno si è ritrovato senza forze, costretto a deambulare in carrozzina.
Nonostante la visita di un nutrizionista che ha certificato le intolleranze alimentari di Cisaria, a detta del recluso, ancora non riceve un'adeguata alimentazione alle sue necessità. Al contrario, il detenuto viene somministrato contro la sua volontà con ansiolitici, al solo scopo di calmarlo. L'appello di Cisaria, detenuto fino al 20 novembre presso la Casa Circondariale di Brindisi e ora trasferito a Lucera, è un grido d'aiuto affinché la sua situazione giunga all’attenzione delle istituzioni competenti. Chiede che la sua voce e quella di tutti i detenuti raggiungano chi di dovere, affinché venga garantito loro un supporto alimentare adeguato in carcere.
L'Associazione Yairaiha chiede un intervento tempestivo da parte delle autorità competenti, sottolineando l'importanza di trattare ogni detenuto con dignità e rispetto per i diritti umani fondamentali. In attesa di un riscontro e di azioni concrete, l'Associazione Yairaiha sottolinea di rimanere vigile, pronta a tutelare il diritto alla salute di chiunque, indipendentemente dal contesto detentivo.