Troppi suicidi, sovraffollamento, narrazione distorta di una parte significativa del giornalismo italiano, mancanza di figure essenziali come i mediatori culturali e altro ancora. C’è bisogno di una misura immediata che affievolisca la pressione nelle carceri, creando così i presupposti per altri interventi. Prima bisogna salvare la vita e poi la terapia.

Per questo Luna Casarotti, ex detenuta Associazione Yairaiha Onlus e Marina Iadanza ex detenuta de “Le ragazze di Torino”, lanciano una campagna dove è possibile sottoscrivere tramite la piattaforma https://chng.it/KgSZhvWvz5, dove si chiede al Parlamento di approvare la proposta di legge presentata dall’onorevole Roberto Giachetti e sostenuta da “Nessuno tocchi Caino”, affinché venga aumentata la liberazione anticipata per i detenuti. Come dicono le promotrici della campagna “È una proposta di legge che non regala niente ma fortifica una premialità per chi nonostante tutto rispetta le regole e si impegna”. Qui di seguito l’appello.

Con questo nostro scritto, vogliamo provare a coinvolgere tutte le realtà che si preoccupano e soprattutto si occupano, con grande impegno, dei diritti dei detenuti e del funzionamento delle realtà penitenziarie. Realtà di cui troppo spesso non si vuol sentire parlare e di cui per paura di perdere consenso la maggioranza dei partiti politici non parla e non si preoccupa contravvenendo anche al diritto/dovere di ispezionare e monitorare gli istituti penitenziari e le condizioni di vita delle persone recluse. Come ex detenute siamo convinte che nessuno debba essere lasciato solo e all'indifferenza delle istituzioni. Bisogna, invece, rispondere con un attivismo civile perché, nonostante le mistificazioni di alcuni "giornalisti" e gli slogan elettorali di certa politica permeati da una incultura repressiva e priva di progettualità e nonostante il poco coraggio di chi anche a sinistra si dimentica degli ultimi tra gli ultimi, tutti meritano una seconda possibilità e il tempo della pena non può essere né fine a se stesso e né continuare nelle condizioni attuali.

Una soluzione a medio termine è obbligatoria per rispondere al disagio di occupa le carceri. L'estate si avvicina e il caldo attanaglierà, come sempre, le celle. La disperazione e la paura di un futuro senza soluzioni si trasformeranno in un’escalation di suicidi e di eventi critici... In carcere l’estate è la stagione più dura. Le strutture di cemento e ferro si scaldano molto, le celle sono molto spesso sovraffollate e la carenza d’acqua e i servizi docce che funzionano in maniera discontinua portano i disagi a livelli insostenibili. Le carceri sono sempre state un luogo di sofferenza. Non soltanto per la privazione della libertà a cui sono soggetti i detenuti, ma anche per la separazione fisica e politica dal resto della società.

Carenza di educatori, figure fondamentali di riferimento per l’area trattamentale perché incidono su tutto il percorso di ricostruzione sociale della persona, che una volta uscita non rischierà la recidiva solo se adeguatamente accompagnata nel suo percorso di estinzione della pena e per l’applicazione dell’articolo 27 della Costituzione. Assenza di mediatori culturali, figure anch’esse importanti nella vita quotidiana carceraria per la comunicazione con i detenuti. Un altro immane problema nelle carceri che incide direttamente sulla possibilità di garantire adeguate condizioni di vita per i detenuti è il sovraffollamento. Più volte nel corso degli anni la Corte Europea è giunta a delle sentenze di condanna relative alle condizioni detentive.

Nel 2022 hanno perso la vita 84 persone dietro le sbarre, nel 2023 abbiamo già raggiunto i 27 suicidi! una sconfitta per tutti noi. Per questo chiediamo a tutti quelli che hanno onestà intellettuale, che credono nel diritto, nonostante il conformismo dilagante in Italia, di aiutarci a promuovere la proposta di legge dell’onorevole Roberto Giachetti e Nessuno tocchi Caino affinché venga aumentata la liberazione anticipata per i detenuti.

Un intervento a medio termine che darebbe respiro a quella realtà soffocante e soffocata che sono le carceri italiane. Questa proposta di legge prevede l'aumento dei giorni di liberazione anticipata a 60 giorni per coloro che hanno tenuto un buon comportamento, ne hanno diritto e che sia direttamente l’ufficio matricola a consegnarli senza aspettare le lungaggini della sorveglianza. E soprattutto propone di concedere 75 giorni reotrattivamente, a partire dal 2016. È una proposta di legge che non regala niente ma fortifica una premialità per chi nonostante tutto rispetta le regole e si impegna. La realtà è che dovrebbe essere preso un provvedimento più urgente ancora come la liberazione anticipata speciale, perché come abbiamo già detto la pena inframuraria con tutte le carenze strutturali ed educative non serve a nulla producendo solo recidiva e rabbia. La proposta è stata depositata a novembre e a gennaio è arrivata in commissione giustizia, e li è ferma. Intanto in carcere e di carcere si muore.

Aiutateci a non lasciare soli tutti i detenuti/e e a promuovere questa proposta.

Luna Casarotti

ex detenuta Associazione Yairaiha Onlus

Marina Iadanza

ex detenuta Le ragazze di Torino