L’approvazione della circolare inerente l’organizzazione degli Uffici del pubblico ministero può considerarsi più vicina: ieri sono terminate le audizioni. Si tratterà in ogni caso di uno dei motivi per i quali l’attuale Consiglio superiore della magistratura verrà ricordato in futuro. Il tema, come noto, è incandescente. Il recente scontro fra gli uffici di Napoli e Roma a proposito del caso Consip è, al riguardo, alquanto significativo. Ma si possono comunque fare tanti esempi. Alcuni noti, altri meno. Tutti ricorderanno, infatti, la querelle fra il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati ed il suo aggiunto Alfredo Robledo, che vide il secondo accusare il suo capo di averlo estromesso da alcune importanti indagini sulla pubblica amministrazione, a partire da quella su Expo 2015. Per cercare, dunque, di mettere ordine e superare soprattutto l’attuale eccessiva “gerarchizzazione” delle Procure nelle quali, a seguito della riforma sull’Ordinamento giudiziario del 2006, il capo è diventato un “dominus assoluto” dotato di discrezionalità amplissima, il Csm ha deciso di mettere mano alla normativa secondaria.

Il compito è stato affidato alla Settima commissione, presiedu- ta dal togato Claudio Galoppi, che sul punto ha già redatto una prima bozza. Ad affiancarlo, il gruppo di lavoro costituito dai consiglieri Antonio Ardituro, Francesco Cananzi, Luca Forteleoni, Fabio Napoleone e Luca Palamara, che in queste settimane ha proceduto alle audizioni dei procuratori generali, dei procuratori distrettuali e di una rappresentanza di procuratori non distrettuali, di aggiunti e di sostituti.

Gli incontri hanno permesso “un’ampia e partecipata riflessione”, come sottolineato da Galoppi. La circolare, da quanto si è appreso, verterà sulle prerogative del procuratore e sull’autonomia del sostituto, sui poteri organizzativi del capo dell’ufficio, sull’attività di controllo del Csm, sul ruolo del procuratore aggiunto, sul coordinamento organizzativo e investigativo fra i diversi uffici, fino a toccare le recenti riforme normative ( in particolare in tema di avocazione). Il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, presente a tutte le audizioni, ha evidenziato come, oltre ai profili dell’organizzazione degli uffici, “debbano essere affrontati anche quelli relativi all’effettiva salvaguardia del segreto investigativo e del corretto rapporto delle Procure con gli organi di informazione. Sarà necessario affrontare anche le serie criticità connesse all’attuazione delle innovazioni legislative contenute nel disegno di legge sul processo penale se e quando la riforma verrà approvata, in particolare sull’esercizio del potere di avocazione del procuratore generale allo scadere del termine fissato dalla legge”.

Galoppi, concludendo i lavori, ha sottolineato la volontà di far tesoro dell’apporto delle tante voci dei procuratori auditi, grazie ai quali sono già stati recepiti diversi correttivi. “Terremo conto di tutte le riflessioni”, ha detto il presidente della “Settima”, “perché il nostro obiettivo è quello di individuare delle regole di carattere generale che possano rappresentare una disciplina omogenea per l’organizzazione degli uffici di Procura su tutto il territorio nazionale”. All’incontro di ieri sono intervenuti anche il Procuratore generale della Corte di Cassazione Pasquale Ciccolo e l’Aggiunto Vincenzo Geraci.