L'ex procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini, nel suo libro, rivela il suo sentimento d'amore per Giovanni Falcone, ucciso da Cosa Nostra nel maggio del 1992 nella cosiddetta "Strage di Capaci", dove morirono la sua compagna e quasi tuti gli uomini della scorta. "Cosa avrebbe riservato il destino a me e Giovanni, se non fosse morto così precocemente?" si domanda il magistrato in pensione, come riporta il Corriere della Sera. "Me ne innamorai. E molto complicato per me parlarne. Sicuramente non si trattò dei sentimenti classici con cui siamo abituati a fare i conti nel corso della vita. No. 11 mio sentimento era altro e più profondo, non prevedeva una condizione di vita quotidiana, il bisogno di vivere l'amore momento per momento. Ero innamorata della sua anima, della sua passione, della sua battaglia, crie capivo essere più importante di tutto il resto. Sapevo di non poter condividere con lui un cinema o una gita in barca, pur desiderandolo, ma non ero gelosa della sua sfera privata, né poteva vacillare la mia. Temevo che quel sentimento potesse travolgermi. E così in effetti sarebbe stato, perché lo hanno ucciso".

Il viaggio in Argentina con Falcone

Ilda Boccassini racconta anche che a Giovanni Falcone «piacevano molto i miei riccioli. Quante volte mi ha detto che i miei occhi "erano bellissimi"». E narra pure il viaggio di lavoro fatto in Argentina nel giugno del '91, per ascoltare il boss Gaetano Fidanzati. «Avevo anche un walkman con una cassetta di Gianna Nannini, che ho imposto a Giovanni per tutta la durata del viaggio. Alcune canzoni mi facevano pensare alla nostra storia e le ascoltai più volte, per ore, stringendomi a lui. In top class non c'erano altri passeggeri, eravamo soli in quel lusso rilassante, la nostra intimità disturbata solo dall'arrivo delle hostess. Rimanemmo abbracciati per ore, direi tutta la notte, parlando, ascoltando Gianna Nannini e dedicandoci di tanto in tanto ad alcuni dettagli dell'interrogatorio e ai possibili sviluppi dell'indagine. Che notte...».