Rimangono ancora aperti due ospedali psichiatrici giudiziari, mentre le Rems risultano già piene e quindi privi di posti disponibili. Secondo l'ultima relazione del commissario straordinario Franco Corleone, a fine giugno risultavano ancora internati negli Opg 52 persone: 26 a Montelupo Fiorentino e 26 a Barcellona Pozzo di Gotto. Sempre Corleone ha recentemente promesso che entro Natale gli internati saranno trasferiti definitivamente nelle Rems in via di realizzazione. Nel frattempo nelle Rems, sempre a fine giugno, risultavano internate 573 persone, di cui ben 217 solo a Castiglione delle Stiviere. In ogni caso il totale delle persone in misura di sicurezza detentiva risulta essere 768. A queste però vanno aggiunte le 195 persone "in lista d'attesa", cioè raggiunte da un provvedimento di misura di sicurezza detentiva in attesa di ricovero nelle Rems. Buona parte di queste persone è con misura di sicurezza provvisoria e per questo c'è pressione da parte dell'associazione "stopOpg" per richiedere un provvedimento del governo per impedirne il ricovero nelle Rems, che altrimenti diventano una risposta impropria e sovradimensionata, anziché l'extrema ratio come prevede la legge 81/2014. Nel frattempo, come già detto, le Rems a disposizione risultano piene. Per questo si sono verificati casi di persone che rimangono ancora in carcere, nonostante che il magistrato abbia disposto il ricovero nelle residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza. Come il caso di Federico Bigotti, un ragazzo che era in carcere per l'omicidio della madre Annamaria Cenciarini. Il giudice l'ha assolto per incapacità di intendere e di volere, disponendone il ricovero presso una Rems. È stato scarcerato dopo mesi, ma per mancanza di posti è stato trasferito presso il reparto di psichiatria dell'ospedale di Perugia. Dal 13 luglio 2016 Bigotti andava trasferito in un ospedale psichiatrico giudiziario "da eseguirsi - così ha scritto il giudice - mediante ricovero in una Rems". Era stato chiesto alla procura di individuare una struttura riabilitativa, considerando la rilevantissima pericolosità sociale del soggetto. A distanza di quattro mesi non è stata data esecuzione alla misura e Bigotti risultava ancora in carcere. Tutto questo per la mancanza di posti nella Rems di Volterra. Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha anche rifiutato Bigotti negli ospedali psichiatrici aperti, dove si trovano ancora "pazienti per i quali non è stato ancora eseguito il ricovero presso Rems". Un fatto di cui è stato informato anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando.Nel frattempo in alcune Rems sorge il problema della gestione. Dai report di StopOpg emerge un quadro delicato circa la misura di contenzione e, soprattutto, il ruolo del personale sanitario che ancora non è ben definito. Inoltre in alcune Rems mancano programmi di recupero, progetti di cura, il rapporto con il territorio e formazioni lavoro. Il rischio che diventino mini Opg è quindi all'orizzonte. Poi alcune Rems - come quella di Volterra - sono state realizzate presso strutture con sbarre e inferiate preesistenti, quindi lontano dallo spirito delle residenze che non devono avere nulla a che fare con un ambiente carcerario. Però non mancano esempi virtuosi come la Rems di Casale di Mezzani, vicino Parma. Ha accolto con successo 21 ospiti e ne ha dimessi 11, reinserendoli in percorsi di cura nei rispettivi territori. Oggi segue nove persone e il rapporto con la comunità locale è molto buono.Siamo quasi nel 2017 e forse, almeno per quanto riguarda la definitiva chiusura di tutti gli ospedali psichiatrici giudiziari, riusciremo a rispettare la legge che di proroga in proroga era stata sempre rimandata. Tutto ebbe inizio nel 2011 quando un video della commissione d'inchiesta sul servizio sanitario, guidata dall'allora senatore Ignazio Marino, portò alla luce quello che l'ex presidente Napolitano avrebbe poi definito "l'orrore medievale" degli ospedali psichiatrici giudiziari. Con il loro carico di umanità dolente e dimenticata, reclusa in condizioni disumane, tra sporcizia e disperazione. L'indignazione montata davanti a quelle immagini raccapriccianti indusse il governo a disporre per legge la chiusura di queste strutture entro il 31 marzo del 2013. Tuttavia il sipario sugli Opg non era ancora calato. La loro fine è stata infatti rinviata per ben due volte e l'ultima proroga, firmata "con rammarico" dall'ex Capo dello Stato, fu fissata alla fatidica data al 31 marzo 2015 scorso. Non riuscendo a rispettare, nemmeno in quel caso, i termini, il governo ha nominato Franco Corleone come commissario straordinario per il superamento definitivo degli Opg. Doveva rimanere in carica per sei mesi, ma gli è stato prorogato l'incarico per portare a compimento la missione.