Marco Travaglio ritiene di aver svelato i reali motivi della clamorosa iniziativa del dott. Davigo di disertare, assieme ai vertici di Anm, l’inaugurazione dell’anno giudiziario, che si tiene come ogni anno al Palazzo della Corte di Cassazione. Secondo l’autore dell’articolo l’inedita protesta sarebbe di fatto volta a tutelare l’indipendenza della intera magistratura, che vede nella proroga dell’età pensionabile un meccanismo di controllo spesso utilizzato dalla politica per “addomesticare” il potere giudiziario. Con una ricostruzione, non sempre del tutto lineare, e che certo non sfugge alla logica del sospetto e ad una visione manichea della giustizia – dalla quale trapela una malcelata insofferenza per giudici che hanno emesso sentenze assolutorie ed affermato principi ragionevoli e garantisti - si cerca di dimostrare la tesi secondo la quale quella di Davigo sarebbe una nobile battaglia di principio. Dovrebbe tuttavia chiedersi Travaglio come mai la richiesta di Anm sia piuttosto quella di estendere il beneficio della proroga a tutti i magistrati. Più che una nobile questione di principio, a noi pare una semplice e più modesta, per quanto legittima, questione sindacale. Ci si dovrebbe forse interrogare sul fatto piuttosto incredibile che, ottenuta questa estensione, quei principi saranno destinati a svaporare del tutto. E come mai il dott. Davigo si rifiuti di andare in Corte di Cassazione, ma vada invece volentieri a Palazzo Chigi. Sembra infatti davvero un fatto bizzarro che il presidente di Anm, presidente di una sezione della Corte di Cassazione, per protestare contro il Governo decida di disertare l’inaugurazione del “proprio” anno giudiziario, là dove siedono tutti i suoi colleghi, e dove i politici, casomai, sono semplici ospiti.

Se davvero Marco Travaglio ritiene, come il dott. Davigo, che la politica sia tutta corrotta, e che nomine, proroghe, e riforme ordinamentali, siano solo dei favori fatti agli amici o trappole tese ai nemici, consigli al dott. Davigo di smettere di frequentare Palazzo Chigi e i Ministeri, invitandolo a disertare quei luoghi del potere, piuttosto che il palazzo dove esercita la sua nobile funzione. E che, per protestare contro il Governo, scioperi magari, come gli chiede la sua base, evitando imbarazzi peggiori all’intera magistratura.

La Giunta dell’Unione camere penali italiane