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Quasi mille delegati, altri mille partecipanti e un Palacongressi di Rimini gremito e persino vibrante. Ieri è ufficialmente iniziato il ventitreesimo Congresso nazionale forense. I lavori sono stati aperti dal presidente del Cnf, Andrea Mascherin che nel suo discorso ha affrontato i temi più importanti dell'avvocatura italiana e della giustizia. E l'idea di una fase nuova, in cui l'avvocatura è promotore sociale come mai in passato, e che trova un suggello anche nel messaggio di saluto del Capo dello Stato Sergio Mattarella: «I temi del congresso confermano la centralità del vostro ruolo nell'amministrazione della giustizia». A leggere alla platea della sala grande le parole del presidente della Repubblica è Giovanna Ollà, presidente dell'Ordine di Rimini.È un momento chiave e gli avvocati lo avvertono. Lo si legge nei dati di un congresso che fa impressione fin dai numeri: 929 delegati che diventano quasi il doppio se vi si aggiungono tutti i partecipanti. Un Palacongressi di Rimini gremito e persino vibrante, in cui si impongono due pilastri: da una parte «il ruolo dell'avvocatura destinata a diventare sempre più centrale nella democrazia», di cui parla il presidente del Cnf Andrea Mascherin, dall'altra le forme di rappresentanza con cui questo maggiore peso deve esprimersi. E il tutto si intreccia con la necessità di rispondere al disagio economico di cui soffre anche la classe forense. Soprattutto su questo alzano i toni dell'intervento di Mirella Casiello, presidente dell'Oua: la sopravvivenza stessa dell'Organismo è nodo tra i più difficili da sciogliere e che non a caso attrae gran parte degli interventi del pomeriggio.La prima giornata del ventitreesimo Congresso nazionale forense è dunque tesa e partecipata allo stesso tempo: Mascherin e Casiello intervengono a inizio lavori, insieme con il presidente di Cassa Forense Nunzio Luciano. L'idea di una fase nuova, in cui l'avvocatura è promotore sociale come mai in passato, trova un suggello anche nel messaggio di saluto del Capo dello Stato Sergio Mattarella: «I temi del congresso confermano la centralità del vostro ruolo nell'amministrazione della giustizia». A leggere alla platea della sala grande le parole di Mattarella è Giovanna Ollà, presidente dell'Ordine di Rimini. Che poi offre una chiave anche severa, all'uditorio, sulle condizioni della professione: «Come diceva Darwin, non sopravvive la specie più forte ma quella che sa reagire in modo più rapido al cambiamento». E però il cambiamento, per il vertice del Consiglio nazionale forense Mascherin, è da cogliere come una svolta del tutto positiva: «L'avvocatura è il vento della democrazia, e quel vento sarà inarrestabile se avrà la forza di tutta l'avvocatura unita».Inizia così un intervento che poi non si ferma sul tema della rappresentanza ma soprattutto sulla «contingenza favorevole per una affermazione di un ruolo della classe forense come forza centrale di un sistema sociale solidale».Tutto sta, secondo il vertice del Cnf, a non sottovalutare alcuni passaggi qualificanti per la professione: «Le misure alternative al processo», innanzitutto, «perché su di esse si può costruire la rinnovata fiducia dei cittadini nei confronti degli avvocati, come certificatori della volontà delle parti e dunque dei diritti». In questo si realizza, dice Mascherin, «anche l'obiettivo di porci come fattore di equilibrio in un sistema ancora gravato da molti squilibri». E in proposito cita «la riforma del processo penale: il presidente dell'Anm Davigo ha assunto una posizione critica sull'intero ddl, ma soprattutto sul fatto che i processi possano essere non eterni e che i pubblici ministeri debbano essere chiamati a prendere decisioni sull'esercizio dell'azione penale entro un tempo ragionevole».Forzature che non tollerano cedimenti da parte della politica. D'altronde «al ministro della Giustizia Orlando va riconosciuta l'apertura a un dialogo costruttivo con l'avvocatura, che era stato di fatto negato dai suoi predecessori: ha compiuto uno sforzo di equilibrio sulla riforma penale, di fronte al quale anche noi siamo chiamati a compiere un atto di realismo e a guardare agli obiettivi ragionevolmente raggiungibili».Tra questi però c'è la definizione di "una legge sull'equo compenso". In proposito Mascherin auspica che Orlando "dia buone notizie" nel suo intervento, previsto per domani mattina. L'aspettativa diffusa è che il guardasigilli annunci definitivamente di «voler presentare in materia un proprio disegno di legge». Ma altre risposte «sono attese innanzitutto sulla definizione del legittimo impedimento per le avvocate in gravidanza, mentre toccherà probabilmente a noi farci carico di gestire il cambiamento in tema di avvocati monocommittenti: l'esistenza di questa condizione è un fatto e sarà meglio se nel regolarla ci faremo parte attiva». Mascherin infine ricorda la necessità di mettere fine alla «spettacolarizzazione televisiva del processo penale: una distorsione che condiziona le Corti di Assise soprattutto, e i gip che decidono sulle misure cautelari».Resta chiara l'idea che il presidente del Cnf vede nel futuro della avvocatura: «Essere riconosciuta come punto di riferimento più solido di altri, nel frattempo messi in discussione». Ma per la presidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura, Casiello, resta irrisolto il nodo delle forme di rappresentanza: «Il Congresso non può essere compresso, resta il luogo in cui si esprime la nostra libertà». Dalle assise di Rimini per Casiello «dovrebbe anche muovere una protesta, perché la condizione economica degli avvocati urge risposte non rinviabili». Si impegna ad assicurarle, per quello che gli compete, il presidente della Cassa forense Nunzio Luciano, che ricorda «i nuovi campi di intervento della nostra previdenza, a cominciare dal sostegno alle famiglie». Non lasciare «mai indietro alcuno» è d'altronde per Mascherin il pilastro su cui dovrà fondarsi non solo il cammino dell'avvocatura ma quello dell'intera società italiana. Che nel suo cuore, aggiunge, «troverà sempre più negli avvocati la forza irrinunciabile per uno Stato solidale e mai più illuso dalla falsa infallibilità del mercato».