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«L’epidemia da Covid-19 ha colpito in modo particolarmente drammatico la giurisdizione, che addirittura ha subito un blocco delle attività (fatto assolutamente senza precedenti nella storia italiana), dovuto dalle peculiarità del suo esercizio e alla inadeguatezza degli edifici in cui essa viene amministrata». Inizia così la drammatica lettera che il coordinatore dell’Organismo congressuale forense Giovanni Malinconico lettera indirizzata ai ministri Speranza e Cartabia chiedendo di «uniformare il piano vaccini» sul territorio nazionale. «Ad oggi - osserva Malinconico - la giurisdizione viene esercitata in modo del tutto emergenziale, con grande riduzione delle garanzie delle parti e dei principi del giusto processo e con una sostanziale inaccessibilità degli uffici giudiziari» e «poichè si tratta di una funzione primaria che si estrinseca nella tutela dei diritti e nel sostegno alla nostra società e al nostro sistema produttivo, occorre garantire che i nostri tribunali tornino ad una piena e ’ordinarià operatività». Per questo, gli avvocati dell’Ocf ricordano di aver «condiviso» la richiesta avanzata dall’Associazione nazionale magistrati «volta a dare priorità di accesso alla vaccinazione antiCovid-19 a tutti gli operatori della giustizia, che devono essere considerati esercenti di un servizio di pubblica utilità». Nello stesso tempo, ricorda l’Ocf, sono state intraprese numerose iniziative da parte del Consiglio nazionale forense, della Cassa forense e di numerosi Ordini territoriali, «tutte volte a segnalare che l’efficacia della profilassi nel settore giudiziario non potrà essere assicurata se essa non sarà estese a tutti gli operatori, inclusi gli avvocati» e «tali richieste, del resto, stanno trovando ascolto e adesione da parte di numerose Regioni». Dunque, «anche al fine di assicurare uniformità di comportamento - conclude Malinconico - si chiede che il piano nazionale di vaccini Covid-19, laddove preveda nella sequenza temporale l’intervento nei confronti degli operatori di giustizia, sia esteso anche agli avvocati italiani».E l’allarme arriva anche da Adepp, l’associazione degli enti previdenziali delle categorie ordinistiche, che chiede che i professionisti siano vaccinati subito per Covid-19: «Ci sono professionisti che rischiano perfino la destituzione se abbandonano la propria sede di lavoro in caso di pandemia eppure attualmente non hanno alcuna priorità nelle vaccinazioni».L’ultima nota arriva dagli avvocati degli ordini veneti Leonardo Arnau, Barbara Bissoli, Erminio Mazzucco, Alessandro Moscateili, Giuseppe Sacco, Massimo Sonego ed Enrico Ubertone. E arriva attraverso una lettera indirizzata al governatore Luca Zaia: “Siamo consci del Suo quotidiano impegno a tutela della salute dei cittadini del Veneto in questa oramai infinita pandemia che sta colpendo tutti i Iavoratori. Ben consapevoli che esistano assolute priorità a tutela delle persone impegnate in primari settori della nostra vita, nonché delle persone anziane, dei malati e dei più fragili, tutti meriteVoli in via prioritaria delle migliori attenzioni, purtuttavia abbiamo dovuto riscontrare che nel momento in cui sarà possibile addivenire alla c.d. Fase vaccinale 2 le categorie Pubbliche del comparto Giustizia (Magistrati e Personale Amministrativo) siano già state inserite con priorità, in considerazione del comprovato rischio di contagio cui sono esposte nell’esercizio delle loro funzioni.Poiché I’Avvocatura é a pieno titolo parte essenziale del comparto Giustizia,come peraltro noi Presidenti degli Ordini degli Avvocati del Veneto, riteniamo doverososensibilizzare la Sua attenzione affinché gli Avvocati della Nostra Regione sianoinseriti nella citata Fase vaccinale 2, essendo gli stessi, nello svolgimento dellaloro attività, esposti ai medesimi rischi”. Aiga fa poi sapere che epprende con favore l’interrogazione che l’onorevole Carmelo Miceli, avvocato e deputato del PD, ha presentato alla Ministra della Giustizia e al Ministro della Salute finalizzata a chiedere quali misure si intendano assumere per garantire a livello nazionale un intervento omogeneo nella somministrazione del vaccino AstraZeneca agli avvocati. «Estrema attenzione, poi, è stata riservata ai giovani praticanti dall’On. Miceli: difatti, lo stesso ha chiesto di valutare - anche nella prospettiva di agevolare lo svolgimento dei prossimi esami di abilitazione – l’opportunità di inserire anche i praticanti tra le categorie ammesse alla vaccinazione posto che anch’essi frequentano, al pari degli avvocati e del personale dell’amministrazione giudiziaria, i medesimi uffici giudiziari».