«Oggi ci riuniamo a Palermo con il comitato direttivo centrale per un atto di testimonianza e di memoria in vista dei trent’anni dell’anniversario della strage di via D’Amelio. E oggi abbiamo scelto il tema della morte alle mafie». Lo ha detto all’Adnkronos Giuseppe Santalucia, Presidente nazionale dell’Anm a margine del consiglio direttivo centrale. «Noi abbiamo invitato i colleghi che sono più impegnati sul territorio contro le mafie per avere indicazioni, sollecitazioni, necessita, in modo che l’Anm possa raccoglierle e farne motivo di interlocuzione con le forze politiche e la ministra della giustizia», ha aggiunto. «Noi come Associazione nazionale dei magistrati non commentiamo la sentenza sul depistaggio Borsellino, siamo un soggetto pubblico collettivo e come tanti altri siano in attesa che ci sia, da parte degli organi preposti, una risposta di verità definitiva» ha dichiarato Giuseppe Santalucia, Presidente dell’Anm, prima della riunione del comitato direttivo centrale dell’associazione. «Riteniamo che una verità su quegli eventi sia necessaria - ha affermato - perché si possa voltare pagina in maniera seria. Se non si accerta la verità su quello che è successo è difficile andare avanti con maggiore efficacia. Ma sul merito degli accertamenti non possiamo dire nulla».

Il contrasto alle mafie

«Raccogliere spunti, idee e sollecitazioni su quello che l’Associazione nazionale magistrati può fare nel contrasto alle mafie». Il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, ha sintetizzato così il senso della scelta di tenere la riunione del comitato direttivo centrale a Palermo, in occasione del trentennali delle stragi. «Un doveroso atto di memoria, ma non solo questo. Non atto di testimonianza ma per recuperare all’azione ordinaria dell’associazione nazionale magistrati il tema del contrasto alle mafie, collocare questo momento straordinario come è il trentennale delle stragi in una ordinaria seduta del comitato direttivo - ha sottolineato - collocare la straordinarietà nell’ordinarietà dell’azione dell’Anm: vogliamo fare del tema del contrasto alle mafie nella peculiarità del programma un punto prioritario». «Il terreno del contrasto alle mafie è quello su cui più facilmente si colgono le difficoltà operative, le inadeguatezze organizzative, e si misura la capacità del sistema ordinamentale di essere funzionale al contrasto», ha sottolineato Santalucia.  «Vogliamo raccogliere indicazioni e anche suggerimenti di modifiche normative e farci promotori nell’interlocuzioni con le forze politiche e parlamentari, con la ministra, in un momento in cui viviamo una delle stagioni in cui più forte si sente la spinta verso la frantumazione e la separatezza. Vogliamo recuperate nel dibattito associativo dell’Anm, della casa comune della magistratura - ha spiegato - un discorso unitario che non veda le voci della magistrature separate, evitando che si creino microcosmi. Vogliamo recuperare un discorso comune e una voce unitaria che ci renda più forti e autorevoli».

Serve un «Csm autorevole»

«Il sistema elettorale non è molto differente da quello passato, è vero che i sistemi elettorali non sono una bacchetta magica: possono concorrere a migliorare il sistema. E questa legge non è la migliore delle leggi che era fattibile» ha dichiarato Giuseppe Santalucia, Presidente nazionale dell’Anm. «Però, noi speriamo in un Csm che recuperi in autorevolezza, nella scena pubblica anche nei confronti dei magistrati. Abbiamo bisogno di istituzioni forti e credibili. La nostra speranza è che questo Csm sappia essere all’altezza dei compiti che gli spettano».