Il Csm si prepara a lanciare l'allarme sulla mancanza di magistrati proprio mentre agli uffici giudiziari devono realizzare gli «ambiziosi obiettivi» del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, cioè lo smaltimento dell'arretrato e il taglio della durata dei processi civili e penali, rispettivamente del 40 e del 25%. E a chiedere perciò al ministro Marta Cartabia di procedere sin dal prossimo bando alla riforma del concorso per l'accesso alla magistratura, consentendo la partecipazione da subito dei giovani appena laureati in giurisprudenza, in modo da allargare immediatamente la platea dei candidati. Le preoccupazioni del Consiglio superiore della magistratura sono contenute in una proposta di risoluzione che il plenum voterà lunedì prossimo. «L'attuale situazione di scopertura degli organici presenta carattere di assoluta gravità: su 10.751 posti previsti nelle piante organiche, le presenze effettive di magistrati in servizio in uffici giudiziari sono 9.131», si legge nel documento messo a punto della Sesta Commissione. Mancano insomma più di mille magistrati e la carenza «è destinata ad aggravarsi per effetto dei prevedibili collocamenti a riposo per raggiunti limiti di età, per un significativo arco temporale». Di qui la «viva preoccupazione» per la situazione degli uffici giudiziari, a cui è richiesto con il Pnrr «un impegno eccezionale». Per questo «è quanto mai necessario» riformare il concorso, aprendolo come era una volta a tutti i neo-laureati in giurisprudenza, in modo tale che si arrivi, diversamente da quello che accade oggi, al reclutamento di magistrati «in numero pari o prossimo» a quello dei posti messi a bando.