«Che senso ha essere accompagnato la mattina per poi essere libero di essere ucciso la sera?». La seduta è quella dell'8 maggio 1984, a parlare davanti alla Commissione parlamentare antimafia della IX legislatura è Paolo Borsellino, sentito in qualità di giudice istruttore a Palermo. E la domanda che fa suona quasi come una premonizione. Un'affermazione contenuta in un audio di quattro minuti e mezzo, oggi desecretato dall'Antimafia guidata da Nicola Morra, nel quale Borsellino evidenzia i problemi vissuti dal pool che preparava il maxi processo alle cosche. «Desidero sottolineare la gravità dei problemi che dobbiamo continuare ogni giorno ad affrontare  - sottolineava - Di pomeriggio, è disponibile solo una macchina blindata. Pertanto io, sistematicamente, il pomeriggio mi reco in ufficio con la mia automobile e ritorno a casa alle 21 o alle 22. Con ciò riacquisto la mia libertà, però non capisco che senso abbia farmi perdere la libertà la mattina per essere poi libero di essere ucciso la sera». Ascolta l'audio di Borsellino davanti alla Commissione antimafia [embed]http://www.parlamento.it/application/xmanager/projects/parlamento/file/repository/commissioni/bicamerali/antimafia18/borsellino/02_11_12_1986_Trapani/01_introd._Presidente.mp3[/embed]   Il momento storico era particolarmente delicato: Tommaso Buscetta era stato da poco arrestato in Brasile (ottobre 1983), ma ancora non era stato estradato; inoltre, dopo gli omicidi, tra gli altri, del dirigente della Squadra Mobile di Palermo Boris Giuliano (21 luglio 1979) e del Consigliere Chinnici, il problema della sicurezza e della protezione dei magistrati e degli operatori della Polizia giudiziaria era drammaticamente avvertito.Non a caso, nell'audizione oggetto di pubblicazione il dottor Borsellino affronta anche il tema della sicurezza personale e della gestione dei dispositivi di scorta, evidenziando al riguardo alcune importanti criticità.