«Non possiamo rimanere indifferenti davanti al caso di Ilaria Salis, detenuta in custodia cautelare in Ungheria e sottoposta a trattamenti incivili da quasi un anno, che versa in condizioni fisiche e psichiche insopportabili. Si proclama innocente per un reato minore - avrebbe provocato lesioni guaribili in 5 e 8 giorni -, per il quale rischia fino a 16 anni di detenzione, ma è costretta ad attendere la celebrazione del processo che dovrebbe finalmente iniziare a fine mese, il 24 gennaio. Non sono state e non sono tuttora rispettate le più elementari misure di rispetto per la dignità umana e l'igiene personale, come si apprende dalla stampa: costretta a mangiare con le mani, con cimici, scarafaggi, topi in cella. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio si è limitato a generiche assicurazioni sul caso Ilaria Salis durante il question time. È lo stesso ministro che proprio venerdì, nonostante il via libera della Cassazione, non ha concesso l'estradizione dall'Italia per l'Argentina di don Franco Reverberi, accusato di crimini contro l'umanità, tra i quali l'omicidio nel 1976 di José Guillermo Beron, e la presenza alle torture cui erano sottoposti i prigionieri durante gli anni della dittatura militare tra il 1976 e il 1983. Male l'Ungheria, ma male anche il ministro italiano». Così l'Anpi in una nota.

«Il governo - aggiunge l'associazione dei partigiani - chieda urgentemente il ripristino del principio di legalità nei confronti del governo ungherese, già in passato condannato per trattamenti inumani e degradanti in violazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e operi affinché, nel caso di condanna, venga immediatamente chiesta l'estradizione in Italia».