Sovraffollamento, sporcizia, mura scrostate e tappezzate con fogli di giornale per coprire lo sporco stratificato, materassi indecenti, gabinetti a vista così che i detenuti devono defecare e orinare alla presenza dei loro compagni di cella e del personale penitenziario. A denunciarlo è la radicale Rita Bernardini dopo aver visitato il carcere Don Bosco di Pisa assieme alla delegazione dell'Associazione Andrea Tamburi di Firenze e Don Vincenzo Russo, il cappellano del carcere di Sollicciano. "Uscendo dal carcere di Pisa sento tutta l'umiliazione che devono vivere non solo i detenuti, ma anche chi è chiamato a servire lo Stato", ha denunciato domenica scorsa la Bernardini appena ultimata la visita del carcere. "Questo è un carcere ? ha continuato l'esponente radicale - letteralmente dimenticato da tutti. È stato costruito negli anni ?30 e non è mai stata fatta un'opera edilizia. Vengono stanziati solamente 3000 euro ogni sei mesi per la manutenzione, quindi nulla! ". Bernardini, con un comunicato stampa, spiega che le condizioni di detenzione dei 266 carcerati più che disumane e degradanti, sono da denuncia immediata alla Procura della Repubblica. Cosa che promette di fare personalmente nelle prossime ore. "Lì, come avviene ormai dappertutto ? constata amaramente Rita Bernardini-, lo Stato rinchiude la marginalità sociale di giovani, stranieri, tossicodipendenti, casi psichiatrici, senza casa, poveri, ai quali nel degrado viene negata qualsivoglia possibilità di riabilitazione e di futuro reinserimento sociale"."Un carcere totalmente dimenticato dalle istituzione che nel passato aveva ospitato Adriano Sofri e Bompressi, dove operava il dottor Francesco Ceraudo, esperto di medicina penitenziaria molto amato dai detenuti".Per la radicale Rita Bernardini, assieme agli altri militanti come Irene Testa, Maurizio Bolognetti, Paola Di Folco, Annarita Di Giorgio, è il 15° giorno di sciopero della fame in vista della marcia per l'amnistia, l'indulto e la riforma della Giustizia, convocata il 6 novembre a Roma da Regina Coeli (h. 9,30) a Piazza San Pietro nel giorno del Giubileo dei carcerati. La marcia è intitolata a Papa Francesco e a Marco Pannella e, oltre ai provvedimenti di indulto e amnistia, si chiede al ministro della Giustizia Andrea Orlando, al governo tutto e al Parlamento di stralciare dal ddl sul processo penale la parte/delega riguardante l'Ordinamento Penitenziario per non vanificare il lavoro scaturito dagli Stati Generali dell'esecuzione penale. Sono oltre mille le adesioni di detenuti di tutta Italia al digiuno del 5 e 6 novembre."L'ultima lettera ? spiega Rita Bernardini - ci è giunta dal carcere di Santa Maria Capua Vetere: 196 adesioni completate da un bel gesto in quanto i detenuti chiedono alla Direzione del carcere campano di destinare il loro vitto di quei due giorni al Cappellano affinché lo distribuisca alle persone indigenti della città".Nel frattempo il quadro generale della situazione penitenziaria non appare confortante nonostante gli sforzi del ministro della Giustizia. Il sovraffollamento è ancora un fenomeno irrisolto, in alcune carceri ci sono situazioni critiche che molto spesso sfociano in risse e gesti di autolesionismo. Solo quest'anno ? dato aggiornato al 24 ottobre ? sono morti 81 detenuti tra i quali 29 sono suicidi. Il numero però potrebbe essere molto più elevato visto che non vengono calcolati i detenuti che muoiono durante il loro ricovero negli ospedali. Per i radicali e non solo, il provvedimento di Indulto e di Amnistia è in grado di porre fine immediatamente allo scandalo ancora in corso.