I modelli di detenzione del passato non possono più soddisfare le esigenze attuali. In questa prospettiva, la Circolare del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria ( Dap) del 18 luglio 2022, che indica le direttive per il rilancio del regime e del trattamento penitenziario per il circuito della media sicurezza, rappresentava un passo necessario.

Tuttavia, il Garante nazionale, nell’esprimere il proprio parere sulla circolare in fase di elaborazione, aveva già evidenziato perplessità su alcuni aspetti rimasti però anche nella versione definitiva del testo; perplessità in parte confermate dalla sperimentazione della Circolare effettuata nei quattro Provveditorati di Campania, Lombardia, Triveneto e Sicilia. Parliamo di uno degli ultimi atti del Garante nazionale uscente. Per questo vale la pena soffermarsi.

LA SPERIMENTAZIONE

I circuiti di media sicurezza riguardano il 71 percento della popolazione detenuta. La necessità di rivedere le politiche detentive, d’altronde, è un dovere morale e costituzionale, che richiede un bilanciamento delicato tra l'ordine e il rispetto dei diritti umani fondamentali di ogni individuo. Proprio per questo, la Circolare dipartimentale 3693/ 6143 del 18 luglio 2022 mira a rinnovare il sistema penitenziario italiano nel circuito della media sicurezza.

Sperimentata in quattro regioni, definisce diverse sezioni tra cui stanze d'accoglienza, preparazione al trattamento intensificato, trattamento intensificato, sezioni di isolamento e altre istituzioni a custodia attenuata. In particolare, la Circolare prevede che l’involuzione del percorso trattamentale potrà prevedere, previa valutazione dell’équipe di osservazione e trattamento, la disposizione di rientro in Sezioni ordinarie. In questo caso, secondo questa direttiva, non c'è possibilità di reclamo. La sua efficacia sarà valutata per poi essere estesa a tutti gli istituti nazionali. Il Garante Nazionale ha monitorato l'applicazione sperimentale della Circolare, analizzando l'organizzazione nelle sezioni a custodia aperta e chiusa in quattro regioni durante tre fasi diverse. In alcuni istituti, le modifiche sono state minime, come spostamenti di sezioni.

In altre regioni, ci sono stati aumenti significativi nelle sezioni di accoglienza e nei trattamenti intensificati. Il documento del Garante è una ricerca e analisi di Emanuele Cappelli e Giovanni Suriano, l’Unità organizzativa Privazione della libertà in ambito penale. Tutto coordinato e supervisionato da Daniela de Robert. Nel complesso, le sezioni a custodia aperta sono diminuite del 42% dal 2019 al 2023, mentre le sezioni a ' custodia chiusa' sono aumentate. Il Garante, nelle analisi, ha anche valutato le attività offerte ai detenuti, come lavoro, formazione, attività sportive e culturali. Ed anche in questo caso emergono criticità.

LA DIMINUZIONE DELLA “CUSTODIA APERTA”

Il Garante, durante la sperimentazione condotta in tre fasi differenti ( luglio, ottobre e dicembre 2022), ha esaminato il numero di sezioni a custodia aperta, ordinaria e con vigilanza dinamica in diversi Provveditorati italiani. Nel Provveditorato della Campania, ad esempio, si è osservato un incremento minimo delle sezioni a custodia aperta (+ 1), mentre quelle a custodia ordinaria sono diminuite (- 7). Parallelamente, le sezioni a vigilanza dinamica sono aumentate (+ 2), mentre quelle senza tale vigilanza sono diminuite (- 8). In Lombardia, la situazione è risultata differente: si è verificata una diminuzione significativa delle sezioni a custodia aperta (- 56), accompagnata da un aumento di quelle a custodia ordinaria (+ 69). Questi cambiamenti hanno riflettuto un'importante redistribuzione dei detenuti all'interno delle diverse tipologie di custodia.

Le variazioni nelle sezioni hanno inevitabilmente influenzato il numero di detenuti. In particolare, si è registrato un aumento notevole delle persone detenute nelle sezioni a custodia chiusa (+ 5284), mentre quelle nelle sezioni a custodia aperta sono diminuite (- 5098). Questi dati suggeriscono un significativo spostamento nella modalità di detenzione, con un numero maggiore di detenuti assegnati a strutture a custodia chiusa. Un aspetto chiaramente critico di questa sperimentazione.

Nel documento del Garante nazionale vengono riportate diverse tabelle. Nella numero 11 emerge chiaramente una significativa diminuzione complessiva delle sezioni a custodia aperta (- 44), a fronte di un aumento delle sezioni a custodia ordinaria (+ 79). Le sezioni a vigilanza dinamica sono aumentate di soli 8 reparti, mentre le sezioni a vigilanza statica sono aumentate di 30 unità. Tuttavia, la Tabella numero 13 rivela un cambiamento ancora più sostanziale: il numero totale di detenuti assegnati alle sezioni a custodia aperta è diminuito in modo significativo, passando da 12,033 nel mese di luglio a soli 2,283 nel mese di dicembre. Al contrario, nello stesso periodo, il numero di detenuti nelle sezioni a custodia chiusa è aumentato considerevolmente, passando da 7,026 in luglio a 14,100 in dicembre, rappresentando un incremento di oltre 7,000 detenuti.

DEPOTENZIAMENTO ATTIVITÀ TRATTAMENTALI

Inoltre, durante il periodo sperimentale, sono state inaugurate 107 nuove sezioni a trattamento intensificato. È interessante notare che anche le sezioni di accoglienza e quelle previste dall'articolo 32 del regolamento esistente sono aumentate leggermente, di cinque unità ciascuna, indicando un cambiamento nelle politiche di assegnazione e custodia nelle strutture detentive. Ma emergono anche altre criticità rispetto alla sperimentazione dei quattro Provveditorati di Campania, Lombardia, Triveneto e Sicilia. L'analisi condotta dal Garante nazionale ha messo in luce un quadro alquanto insoddisfacente, soprattutto quando si confrontano i dati sull'andamento delle sezioni con le attività effettivamente svolte nei vari Istituti penitenziari presi in considerazione. Emergono diverse criticità, evidenziando come, ad eccezione di alcuni Istituti, le opportunità lavorative, culturali, sportive, ricreative e scolastiche offerte alle persone detenute non siano all'altezza delle loro esigenze e potenzialità.

In particolare, si rileva una carenza di attività scolastiche, nonostante siano presenti 5,394 persone detenute che non hanno completato l'istruzione obbligatoria e 820 analfabeti. L'istruzione è fondamentale per queste persone, rappresentando la base da cui partire per costruire un futuro positivo nella società. Un'altra criticità riguarda la mancanza di spazi adeguati per svolgere le attività previste dalle norme nazionali e sovranazionali. In alcuni Istituti, mancano persino spazi per le attività scolastiche, e in diversi Istituti delle regioni Campania, Lombardia, Sicilia e Triveneto non ci sono luoghi idonei per le attività culturali, sociali, ricreative e sportive. A volte, mancano anche le aree esterne per le passeggiate all'aria aperta, necessarie per il benessere psicofisico dei detenuti.

L’INTENTO È POSITIVO, MA VA MIGLIORATO

La Circolare dipartimentale 3693/ 6143 “Circuito media sicurezza- Direttive per il rilancio del regime penitenziario e del trattamento penitenziario” del 18 luglio 2022, ricordiamo, ha l’obiettivo dichiarato di definire le direttive per il rilancio di un sistema di esecuzione penale omogeneo in tutto il territorio nazionale e costituzionalmente orientato; di riorganizzare il circuito e regolamentare la gestione ordinaria con un “approccio concreto, giuridicamente fondato”; di “superare il dualismo tra custodia aperta e custodia chiusa”, impostando “le direttive in ragione delle previsioni che regolano il trattamento individualizzato”.

La buona volontà c’è, ora basterebbe correggere gli aspetti evidenziati dal Garante Nazionale presieduto da Mauro Palma. La nuova terna di garanti voluti dal ministro Nordio (a quanto pare, uno di loro scelto sotto indicazione del grillino Roberto Scarpinato), avranno la stessa competenza e capacità di analisi, oppure occuperanno il posto per pura formalità? Di certo, rispetto a quelli uscenti, non hanno alcuna esperienza sul campo.