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La pandemia da Covid-19 non cambia il modo in cui si svolgono le separazioni e i divorzi consensuali, né esiste la possibilità di “divorziare via e-mail”, come recitano i titoli maldestri di qualche articolo pubblicato online. Ad adeguarsi temporaneamente alle nuove esigenze dovute al virus è solo il modo in cui si svolgono le udienze. Prima dell’insorgere dell’emergenza sanitaria, nei procedimenti in cui le coppie hanno già trovato un accordo consensuale sulle condizioni di separazione o divorzio, le udienze presidenziali prevedevano la presenza in aula dei coniugi insieme ai rispettivi avvocati per la sottoscrizione del verbale. In seguito a questa manifestazione di adesione, le parti conseguivano l’omologa nel caso della separazione o la sentenza nel caso di divorzio congiunto e la pratica si concludeva.Visto che in tempi di coronavirus questo passaggio finale risulta più complicato – viste le oggettive difficoltà di spostamento fisico e di accesso ai tribunali - le linee guida per i procedimenti in materia di diritto di famiglia nella fase di emergenza redatte dal Consiglio Nazionale Forense hanno introdotto la possibilità, per le parti, di non essere presenti in aula. Nello specifico, le linee guida del Cnf prevedono che i difensori possano convenire sulla scelta della trattazione scritta e dunque trasmettano con una e-mail al Presidente del Tribunale, “almeno ventiquattro ora prima dell’udienza virtuale”, una dichiarazione sottoscritta dalle parti nella quale “ognuna - stante l’emergenza sanitaria in corso e stante il distanziamento sociale imposto dal Dl n.18/2020 - dichiara con atto separato di essere perfettamente a conoscenza delle norme processuali che prevedono la partecipazione all’udienza; di essere stata resa edotta della possibilità di procedere all’alternativa della rinuncia alla presenza fisica e di avervi aderito liberamente e coscientemente; di non volersi conciliare; di confermare le conclusioni rassegnate nel ricorso”. In questo modo, dunque, marito e moglie hanno la possibilità di ovviare alla formalità della loro presenza in aula con una e-mail che confermi le rispettive volontà già esposte nel ricorso redatto dai rispettivi legali, evitando così di doversi spostare. Ovviamente, l’udienza presidenziale si svolge comunque in via telematica, con la necessaria presenza degli avvocati, e solo dopo il divorzio o la separazione vengono finalizzati.«I procedimenti in materia di famiglia sono urgenti e rappresentano situazioni che non possono attendere in un limbo. Di qui l’esigenza di prevedere modalità che, temporaneamente visto il periodo eccezionale che stiamo vivendo, concedano alternative alla presenza delle persone nei tribunali, oggi ancora gravidi di incertezze e difficoltà operative», ha spiegato la consigliera del Cnf e coordinatrice della Commissione Diritto di Famiglia, Daniela Giraudo. In sostanza, dunque, l’emergenza sanitaria non ha introdotto alcun “divorzio via mail”, né ha modificato la procedura civile: l’unico temporaneo cambiamento riguarda lo svolgimento dell’udienza, che può avvenire in via telematica anziché in un’aula fisica. «Nessun click liberatorio, nessuna scorciatoia telematica, ma solo la possibilità, a seguito di una attenta e condivisa valutazione tra l'assistito ed il proprio Avvocato di rinunciare all’udienza», ha concluso la consigliera Giraudo, «sino a che le condizioni non ci consentiranno di tornare in serenità nel luogo naturale che ci appartiene: il tribunale».