Sono trascorsi due mesi da quando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha lanciato un accorato appello per interventi urgenti contro le condizioni drammatiche delle carceri italiane. Un appello rimasto, purtroppo, inascoltato dalla politica. Di fronte a questa indifferenza, la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale alza nuovamente la voce e annuncia una nuova mobilitazione per domani, sabato 18 maggio.

“Indignarsi non basta più!” è lo slogan che riassume la rabbia e la frustrazione dei Garanti di fronte al peggioramento delle condizioni di vita nelle carceri italiane. «Lungi dall'essere luoghi di rieducazione e reinserimento sociale», denunciano, «le nostre carceri continuano a tradire i principi basilari della Costituzione e a umiliare la dignità umana dei detenuti». Le cause principali di questo clima sono il sovraffollamento, la carenza di personale e l'inefficienza dell'assistenza sanitaria intramuraria. Tuttavia, la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali constata con amarezza e preoccupazione l'indifferenza della politica rispetto al crescente stato di sofferenza dei detenuti e al peggioramento delle condizioni di vivibilità nelle carceri italiane. Queste condizioni tradiscono i principi costituzionali, europei e internazionali su cui si fonda lo Stato di diritto e umiliano quotidianamente la dignità umana delle persone ristrette. Il 18 aprile 2024 si è tenuta una prima mobilitazione nazionale su questo tema, e ora, sabato, la mobilitazione verrà ripetuta. La Conferenza nazionale dei Garanti territoriali chiede soluzioni giuridiche immediate: provvedimenti politici per ridurre il sovraffollamento e azioni dell'Amministrazione Penitenziaria per migliorare le condizioni di vita nelle carceri. Alla società civile viene richiesta una sensibilità che superi la visione carcero- centrica.

Le criticità emerse hanno portato alla formulazione di precise proposte. Misure deflattive del sovraffollamento: si richiede una rapida discussione parlamentare e l'approvazione di provvedimenti facilmente applicabili. Tra questi, la proposta di modifica dell'istituto della liberazione anticipata speciale presentata da Roberto Giacchetti di Italia Viva, che prevede uno sconto aggiuntivo di 30 giorni a semestre per i prossimi due anni. Accesso alle misure alternative: è fondamentale garantire che i detenuti con pene o residui di pena inferiori ai tre anni possano accedere a misure alternative. Attualmente, 5.080 detenuti devono scontare meno di 8 mesi di carcere. Attenuazione della circolare sul riordino del circuito della media sicurezza: dato che la maggior parte dei detenuti trascorre circa 20 ore in celle chiuse, è necessario assicurare diverse attività trattamentali, compresi progetti di inclusione socio- lavorativa, attività culturali, ricreative e relazionali. Tutela dell'affettività in carcere: nonostante la sentenza auto-applicativa della Corte costituzionale n. 10 del 2024, non sono state prese posizioni amministrative o legislative per tutelare il diritto all'affettività dei detenuti e ai colloqui riservati e intimi. Si richiede un immediato aumento delle telefonate e delle videochiamate, soprattutto in casi specifici, e un impegno della magistratura di Sorveglianza per incrementare i giorni di permesso premio per i detenuti.

Samuele Ciambriello, portavoce della Conferenza nazionale dei Garanti e Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, ha sottolineato l'urgenza di approvare misure deflattive del sovraffollamento, garantire l'accesso alle misure alternative, sviluppare progetti di inclusione socio- lavorativa, attività culturali, ricreative e relazionali. Ha inoltre richiesto un aumento delle telefonate e delle videochiamate e l'introduzione di misure alternative per i detenuti tossicodipendenti e malati di mente. Ha denunciato le pene sproporzionate per i reati minori e ha sottolineato la necessità di figure di sostegno psicologico e psichiatrico, assistenti sociali come ponte tra l'interno e l'esterno delle carceri, e mediatori linguistici per gli immigrati.

Nel frattempo, sono alle porte le elezioni europee. Per ora l’unica battaglia su questo tema viene portata avanti da Rita Bernardini, presidente di Nessuno Tocchi Caino, candidata nella lista Stati Uniti d’Europa come capolista nella circoscrizione Isole. Da qualche giorno ha ripreso lo sciopero della fame che durerà per tutta la campagna elettorale. Ha deciso di sfruttare questa «tribuna» che dà le elezioni europee per richiamare tutte le istituzioni, attraverso lo sciopero della fame (quindi con un’iniziativa non violenta), all’obbligo di intervenire. Oggi Bernardini sarà nel carcere di Milano Opera all’evento “Compresenza”, dedicato ai diritti dei carcerati e al ricordo delle testimonianze di vita di Mariateresa Di Lascia, Marco Pannella ed Enzo Tortora, organizzato dall’associazione “Nessuno Tocchi Caino”. All’incontro parteciperanno, tra gli altri, Sergio D’Elia, segretario dell'associazione Nessuno Tocchi Caino, la giornalista Francesca Scopelliti ed Elisabetta Zamparutti, Tesoriera di Radicali Italiani e dell'associazione “Nessuno tocchi Caino”.