Anche nell’Arma dei carabinieri deve essere iniziata la “rottamazione”. Non dei vertici, ci mancherebbe altro. Ma di tutti quei regolamenti di stampo ottocentesco che “condizionavano” la vita degli uomini (e da qualche anno pure delle donne) con gli alamari, come usava dire il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, cuciti sulla pelle.Norme stringenti che entravano fin dentro la vita privata, stabilendo addirittura quale attività potesse svolgere la consorte del militare. Un minuzioso elenco di “incompatibilità” applicato con zelo non comune. La tutela del prestigio e dell’immagine dell’amministrazione con le stellette, forte di oltre due secoli di storia, veniva sempre prima di tutto. Non erano previste deroghe o eccezioni.Questa rincorsa verso la “modernità” ed il “cambiamento” ad ogni costo, rischia però di creare situazioni che sollevano più di una perplessità. Soprattutto sotto l’aspetto dell’opportunità.Uno degli ultimi casi riguarda, infatti, l’Azienda regionale per la sanità del Molise, dove il direttore generale Gennaro Sosto, un ingegnere 47enne calabrese, ha appena nominato come direttore amministrativo il capitano dei carabinieri Antonio Forciniti, attuale comandante del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Campobasso, il reparto speciale dell’Arma preposto ai controlli per la tutela della salute. Forciniti, calabrese come Sosto, dal 2011 era al comando del Nas di Campobasso. E proprio nei confronti dell’Azienda regionale per la sanità del Molise aveva svolto in questi anni numerose indagini. A lui si devono le inchieste più “scottanti” che hanno terremotato la sanità molisana. Abuso d’ufficio, corruzione, truffa, peculato: c’è quasi tutto il codice penale, nelle condotte dei vari medici e operatori sanitari dell’Azienda finiti nel mirino di Forciniti. Tutti soggeti che, dal prossimo primo settembre - data prevista per l’insediamento del carabiniere e direttore in pectore - si troveranno ad averlo come capo. In una sorta di “corto circuito amministrativo” dagli esiti imprevedibili. Con Forciniti, già capitano dei carabinieri, nella veste di probabile testimone dell’accusa - avendo condotto le indagini, nei processi a loro carico; e sempre con Forniciti, nel ruolo di direttore amministrativo, nella veste di dirigente che verosimilmente dovrà valutare i predetti professionisti anche sotto l’aspetto disciplinare, al termine del giudicato penale. Visto che tale mansione, e non solo, normalmente rientra nei compiti della direzione amministrativa.Forciniti, qualche settimana fa, prima di essere autorizzato dai vertici dell’Arma a ricoprire tale incarico, aveva evidenziato come la sanità molisana avesse bisogno di un’azione rapida ed efficace. «Non è il momento di pensare, valutare – aveva dichiarato – perché non c’è tempo. Questo è il momento di agire, essere operativi». C’è solo da capire se il desiderio di agire contempli anche “l’opportunità”.