Nell’accordo tra Italia e Albania per quanto riguarda la gestione dell’immigrazione, è previsto anche un carcere in territorio albanese destinato a ricevere i migranti che dovessero rendersi responsabili di reati durante la permanenza nelle strutture gestite dallo Stato italiano in quel territorio. Per questo motivo il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria vuole reperire 45 persone della polizia penitenziaria da inviare nella futura struttura.

Il Dap ha, infatti, emanato una nota nella quale comunica la necessità di individuare personale idoneo per una missione internazionale in Albania. Il contesto di questa iniziativa è dato dal Protocollo tra il governo italiano e il Consiglio dei ministri albanese, finalizzato al rafforzamento della collaborazione in materia migratoria, ratificato con Legge il 21 febbraio 2024. La richiesta di disponibilità è rivolta ai dirigenti penitenziari, ai funzionari della carriera di Polizia penitenziaria fino alla qualifica di dirigente, e al personale dei ruoli agenti/ assistenti, sovrintendenti e ispettori. Il Protocollo prevede la realizzazione di una struttura penitenziaria in territorio albanese, destinata ad accogliere migranti responsabili di reati durante la loro permanenza nelle strutture italiane per le procedure di frontiera o di rimpatrio.

La struttura, situata a Gjader, avrà una capienza di 20 detenuti maschi e sarà diretta da un dirigente penitenziario italiano, con il personale di polizia penitenziaria comandato da un funzionario. Anche membri delle Funzioni centrali saranno inviati in missione, con dettagli ancora da definire. Il Dap rende noto che, oltre al comandante, sono previste 7 unità del ruolo ispettori uomini, 7 unità del ruolo sovrintendenti uomini e 1 unità del ruolo sovrintendenti donne, 23 unità del ruolo agenti/ assistenti uomini e 6 unità del ruolo agenti/ assistenti donne. Il totale del contingente del Corpo ammonta quindi a 45 unità.

Dal momento che la struttura penitenziaria sarà conformata sotto il profilo logistico e organizzativo a un Istituto penitenziario ( ancorché di piccole dimensioni) del territorio nazionale, in sede di individuazione delle unità da inviare, il Dap specifica che si dovrà tener conto necessariamente anche di specifiche competenze/ esperienze o meglio ancora specializzazioni ( ad esempio il matricolista) per l'impiego in determinati posti di servizio. La selezione del personale terrà conto delle specifiche competenze richieste per i vari ruoli, con particolare attenzione alle figure dirigenziali che avranno svolto incarichi di coordinamento e responsabilità, esperienze internazionali e competenze linguistiche.

La durata minima del servizio sarà di sei mesi, con possibilità di sostituzioni parziali fino al 10% del personale ogni semestre per garantire la continuità operativa. Gli operatori in missione potranno far rientro in Italia mensilmente a spese dell'Amministrazione, con vitto, soggiorno e trasferimenti garantiti. Le diarie giornaliere lordo varieranno a seconda del ruolo. La disponibilità al servizio dovrà essere dichiarata entro il 16 aprile 2024 mediante l'apposito modulo accompagnato da un curriculum vitae in formato europeo. La selezione avverrà attraverso la valutazione discrezionale dei curriculum, tenendo conto delle esigenze delle sedi di appartenenza. La decisione di inviare 45 membri del Corpo di Polizia penitenziaria in missione internazionale nel territorio di Gjader, in Albania, ha sollevato critiche da parte del segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio. Il sindacalista ha espresso preoccupazione per il fatto che l'operazione non sia stata discussa preventivamente con i rappresentanti degli operatori. De Fazio ha evidenziato la mancanza di informazioni dettagliate sulla missione e ha sollevato dubbi sulla proporzione tra il numero di agenti inviati e la capacità della struttura. Ha sottolineato che, considerando la carenza di personale in Italia, inviare 45 agenti in Albania potrebbe avere un impatto significativo sulle operazioni all'interno delle carceri italiane. Il segretario della Uilpa ha anche sollevato dubbi sul costo dell'operazione per i contribuenti, sia per il mantenimento delle strutture all'estero sia per il finanziamento delle missioni internazionali. Ha quindi invitato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il capo del Dap ad avviare un confronto immediato per chiarire tutti gli aspetti legati a questa decisione. L'annuncio del trasferimento dei detenuti all'estero ha sollevato diverse domande e preoccupazioni, evidenziando la necessità di una discussione approfondita e trasparente sulle implicazioni di questa operazione.