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Nasce al Senato il comitato 'Ilaria Salis', in nome della trentanovenne milanese ingiustamente detenuta a Budapest dallo scorso febbraio, in un carcere di massima sicurezza. Salis è accusata di aver aggredito due militanti neonazisti in occasione del cosiddetto "giorno dell'onore" e rischia sedici anni di carcere. «Una sproporzione inaccettabile», si legge nel comunicato diffuso dai promotori del comitato: «Ilaria fra l'altro non fa parte di Hammerbande, il gruppo tedesco che promuove assalti contro i fascisti. Per ben quattro volte i legali della Salis hanno presentato domanda per la concessione degli arresti domiciliari in Italia, sempre respinta per "rischio di fuga”, viene spiegato ancora.
Il padre di Ilaria, Roberto, ha scritto due volte alla premier Giorgia Meloni, al Guardasigilli, al ministro degli Esteri, ai presidenti di Senato e Camera per richiedere un intervento dello Stato italiano, senza ottenere risposta. L'obiettivo del Comitato, costituito da un gruppo di parenti e amici della Salis è, quindi, quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle attuali condizioni di Ilaria e di riportarla a casa nel più breve tempo possibile. Partecipano alla conferenza stampa Roberto Salis, padre di Ilaria, Eugenio Losco e Mauro Straini, avvocati, Camilla Silotti dell'associazione "A Buon Diritto", Gialcunca Tizi del Comitato Liberiamo Ilaria Sotis, e la senatrice Ilaria Cucchi.