«Due eventi critici in questi primi giorni dell'anno nel carcere di Trastevere». Lo denuncia Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. «Il primo episodio ha visto per protagonista un detenuto egiziano, ristretto per il reato di violenza sessuale, che mercoledì scorso, al termine del colloquio con il suo legale all'interno del carcere, ha tentato di aggredire il suo legale - sottolinea - Per fortuna di quest'ultimo, e del suo avvocato, è stato fermato tempestivamente dai poliziotti, che hanno messo in sicurezza il legale».

«Il secondo episodio - prosegue - è avvenuto ieri ed ha visto coinvolta una donna giunta a Regina Coeli per effettuare il colloquio con il convivente, ristretto alla VII Sezione. La donna è però stata notata e perquisita dagli agenti, che l'hanno trovata in possesso di sostanze stupefacenti. Arrestata e poi sottoposta ai domiciliari, la donna è stata oggi processata per direttissima. Il nostro encomio va ai colleghi in servizio a Regina Coeli che mantengono alta la guardia, opponendo la propria azione con grande professionalità a garanzia della legalità, come in questa occasione, nonostante tutte le criticità che inevitabilmente caratterizzano una struttura detentiva super affollata da oltre duemila ristretti».

Donato Capece, segretario generale del Sappe, plaude «alla professionalità, alla abnegazione e all'astuzia del personale operante». «Ogni giorno la Polizia Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda l'illecita introduzione e il possesso di telefoni cellulari nonché lo spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l'alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti, di sostanze stupefacenti - aggiunge - Auspico che l'amministrazione penitenziaria promuova ed intensifichi momenti di formazione ed aggiornamento professionale per il personale di Polizia Penitenziaria di tutta la Regione, in particolare sui temi, come quelli del contrasto all'introduzione di droga e telefonini cellulari in carcere, maggiormente utili alla quotidianità operativa dei Baschi Azzurri».