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È la versione moderna, 2.0, dell'appello che nel 1994 i magistrati del pool di Mani Pulite fecero per bloccare il decreto Biondi. Di Pietro e soci, che avevano minacciato il trasferimento ad altro incarico se il decreto fosse stato approvato, ebbero all'epoca la solidarietà del "popolo dei fax".Oggi i fax, con cui inondare le redazioni, i partiti politici, gli organi istituzionali, non esistono più. Sono stati sostituiti da change. org, la piattaforma digitale con cui inviare appelli e firmare petizioni. Basta un click. Se nell'estate del 1994 bisogna bloccare un decreto che limitava l'uso della custodia cautelare, adesso lo scopo è impedire che il Senato, giovedì prossimo, voti a favore dell'immunità per il Senatore Gabriele Albertini (Ncd) nel procedimento per calunnia nei confronti dell'ex procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo.La vicenda ha origini lontane. Albertini è sindaco di Milano dal 1997 al 2006. Nel 2012 rilascia alcune interviste contro Robledo in cui lo accusa di voler perseguitare la sua giunta per via delle inchieste che apre in procura. Robledo, poi divenuto famoso per lo scontro con il suo capo Edmondo Bruti Liberati per il quale viene trasferito a Torino dal Csm, lo querela per calunnia. Finito sotto inchiesta a Brescia, Albertini chiede al Senato di riconoscergli l'immunità. Dopo un lungo tira e molla, la scorsa settimana la Giunta per le immunità vota a favore. Secondo la relatrice Dem Rosanna Filippin «va fatta una lettura unitaria delle originarie dichiarazioni. Pur non essendo senatore, all'epoca era parlamentare europeo. E nella successiva veste di senatore ha replicato per 38 volte queste dichiarazioni. Che, dunque, vanno viste nella loro interezza e sistematicità».Il procedimento penale è alle battute finali. Il 7 novembre è prevista la conclusione del dibattimento. Per evitare che Albertini si presenti a Brescia coperto dalle guarentigie è scattata la chiamata alle armi digitali. Primo firmatario della petizione, indirizzata al presidente del Senato, l'avvocato napoletano Paolo Pollice.La petizione, "NO immunità-impunità al senatore Albertini", ha uno sponsor importante: il diretto interessato, cioè Robledo. In queste ore sta, infatti, rimbalzando in rete il suo appello che si riporta integralmente. «Cari amici, vi scrivo per chiedervi di firmare e diffondere (se lo ritenete) questa petizione che mi è cara. Il fatto: la giunta per le immunità parlamentari si è inventata la bestialità dell'immunità retroattiva per salvare la pelle a Gabriele Albertini nel processo che lo vede imputato per calunnia aggravata a mio danno. Un abuso da casta di un privilegio bello e buono: all'epoca dei fatti oggetto del processo, non era senatore. E' talmente semplice. Ora l'amico e stimato professore Paolo Pollice ha lanciato questa petizione, e vi chiedo di sostenerla in vista della discussione in Senato (che sarà il 3 novembre, c'è pochissimo tempo!) per la quale si procederà -udite udite- con voto segreto. Non possono sguazzare nei loro privilegi, ricattare le istituzioni con la loro posizione e rimanere sempre impuniti. Questo è un caso che mi tocca da vicino, ma è anche un episodio che dimostra la crisi della democrazia e della rappresentanza politica. Albertini aveva minacciato di togliere supporto al governo se non gli avessero concesso l'immunità per questa questione sua personale. E' un voto di scambio, una cosa che fa orrore. Grazie del vostro sostegno morale, anche solo con una firma e la condivisione sui vostri canali, famiglia e amici. Firmare è semplicissimo basta cliccare sul link che invio ed inserire nome, cognome, e mail e cliccare su firma. Per diffondere questa petizione potrete anche inoltrare questo mio messaggio con annesso link a tutti i vostri contatti, chiedendo loro di firmare e condividere a loro volta. Grazie sin da ora per quanto farete. Alfredo Robledo».Contatto dal Dubbio l'ex sindaco di Milano conferma tutto: «Sono a conoscenza di questo messaggio. Ho già dato mandato ai miei legali di querelare Robledo per calunnia: io non ho mai minacciato di togliere la fiducia al governo! ». E ancora: «Oggi (ieri per chi legge, ndr) ho anche presentato una interrogazione al ministro della Giustizia Andrea Orlando e al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione per chiedere se questo magistrato, che calunnia un senatore ed insulta le Istituzioni legislative della Repubblica, sia suscettibile dell'avvio dell'azione disciplinare».