Per le persone anziane, il domicilio e la loro famiglia devono essere considerati il luogo privilegiato per la “presa in carico” attraverso i servizi sanitari. Nello stesso tempo, le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa), devono essere aperte ai territori, alle famiglie, al volontariato. Ma soprattutto devono essere potenziati i meccanismi di vigilanza per garantire l’implementazione degli standard previsti e quindi anche reprimere eventuali abusi nei confronti degli ospiti. Parliamo della risoluzione sulle Rsa approvate dalla Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani al Senato, che impegna il governo ad adottare politiche in favore delle persone anziane.

LE RSA SONO STATE COLPITE DURAMENTE DALLA PANDEMIA

La commissione premette che le Rsa e i presidi residenziali sociosanitari e socioassistenziali per persone anziane sono stati colpiti duramente dall'emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid sin dalla sua prima apparizione in Italia nel febbraio 2020. In tali strutture, nei mesi successivi, è stato registrato un numero altissimo di decessi da Covid e molto pesante è stato l'impatto della pandemia sui diritti alla vita privata e familiare degli ospiti delle strutture che sono sopravvissuti. Tuttavia, l'assenza di dati pubblici essenziali e informazioni relative alla diffusione del contagio nelle strutture residenziali sociosanitarie non ha permesso di svolgere un'analisi complessiva a livello nazionale di quanto accaduto.

La Commissione sottolinea che più in generale, la presenza di cronicità e di multimorbilità ha esposto la popolazione anziana a un maggiore rischio di morte, di ospedalizzazione e di ricovero in terapia. Anche a seguito delle problematiche emerse in coincidenza con l'emergenza sanitaria, il 21 settembre 2020 il ministro della Salute ha istituito la ' Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana'. A un anno di distanza tale Commissione ha consegnato al presidente del Consiglio dei ministri la '' Carta dei diritti degli anziani e dei doveri della società''.

SONO 2,7 MILIONI GLI ANZIANI CON DIFFICOLTÀ MOTORIE E AUTONOMIA RIDOTTA

Non solo. Il 16 giugno 2021 l'Istat e la Commissione per la riforma dell'assistenza sanitaria e sociosanitaria per la popolazione anziana, hanno presentato il Rapporto "Gli anziani e la loro domanda sociale e sanitaria anno 2019". Da tale rapporto emerge una popolazione di over 75 pari a circa 6,9 milioni di individui, con oltre 2,7 milioni di persone con difficoltà motorie e autonomia ridotta, di cui 1,2 milioni prive di aiuto adeguato e 1 milione che abita da sola oppure con altri familiari anziani; mentre ben 100mila anziani sono privi di risorse economiche e si trovano nella impossibilità di accedere a servizi a pagamento per avere assistenza.

Un quadro disastroso che va a scontrarsi con i principi umanitari. Il testo della commissione ricorda che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite del 1948 sancisce principi inderogabili di uguaglianza e dignità come fondamento di ogni civile convivenza. La Carta delle Nazioni Unite, la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, il Patto internazionale sui diritti economici, sociale e culturali, la Convenzione per i diritti delle persone con disabilità sono tra gli atti principali adottati dall'Onu che ribadiscono i principi di rispetto e tutela delle persone anziane, specie se affetti da patologie.

Allo stesso modo la Convenzione europea per i diritti umani sancisce il diritto alla vita, il diritto a non essere sottoposti a tortura e a trattamenti inumani o degradanti, il diritto al rispetto della propria vita privata e familiare e il diritto alla protezione contro la discriminazione nel godimento dei diritti e libertà riconosciuti. Inoltre l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha avallato con la risoluzione 37/ 51 del 3 dicembre 1982 il "Piano di Azione per l'invecchiamento", confermato e rafforzato in occasione della Seconda assemblea mondiale sull'invecchiamento di Madrid, nell'aprile 2002. L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la Risoluzione 46 del 16 dicembre 1991 che sancisce i principi Onu sulle persone anziane tra i quali particolare attenzione va dedicata a indipendenza, partecipazione, cura, dignità.

LA UE RICONOSCE IL DIRITTO DEGLI ANZIANI DI CONDURRE UNA VITA DIGNITOSA

Viene anche rivelato che la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, all'articolo 25 riconosce e rispetta il diritto degli anziani di condurre una vita dignitosa e indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale. Con il sostegno del Programma Europeo DAPHNE III, è stata elaborata nel 2010 la Carta Europea dei diritti e delle responsabilità degli anziani bisognosi di assistenza e di cure a lungo termine; il Consiglio d'Europa, sulla base del lavoro condotto dal Comitato esecutivo per i diritti umani e di numerosi atti approvati dall'Assemblea parlamentare, ha adottato la Raccomandazione del 2014 per promuovere i diritti delle persone anziane in dignità e indipendenza.

In particolare la Commissione Affari Sociali, Salute, Sviluppo sostenibile dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha approvato nel 2017 il Rapporto "Human rights of older persons and their comprehensive care". Da ricordare, inoltre, che il Parlamento italiano ha dato vita nel 2020 all'intergruppo "Longevità. Prospettive socio- economiche" che vede la partecipazione di senatori e deputati, nonché di esperti e rappresentanti del mondo delle associazioni. La Commissione straordinaria per la tutela e promozione dei diritti umani del Senato ha dedicato parte dell'indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani vigenti in Italia alla situazione delle residenze sanitarie assistenziali e alla condizione delle persone anziane.

SI CHIEDE UN APPROCCIO INNOVATIVO FONDATO SUL RAFFORZAMENTO DELLE RELAZIONI

Per questo motivo, all’unanimità, la Commissione impegna il governo ad adottare politiche in favore delle persone anziane con approccio innovativo, fondate sul rafforzamento del loro patrimonio relazionale quale principale veicolo di tutela e di rispetto della dignità; a favorire, in concerto con gli enti locali, l'attivazione di servizi di prossimità che permettano alle persone anziane di continuare a vivere nelle loro abitazioni, valorizzando il mondo dell'associazionismo e favorendo l'assistenza domiciliare come forma prioritaria di vicinanza della società; a promuovere in forma capillare sul territorio, d'intesa con gli enti locali, centri diurni per l'assistenza agli anziani, al contempo attivando servizi di accompagnamento costanti ed efficienti con l'ausilio delle espressioni di maggiore esperienza del volontariato; ad adottare misure di incentivazione del co- housing attraverso agevolazioni riguardanti la ristrutturazione interna degli immobili finalizzati a razionalizzare gli spazi in funzione della coabitazione di persone anziane; a incentivare per le persone con familiari in età avanzata forme di lavoro a distanza che consentano di conciliare prestazione professionale e lavoro di cura e assistenza.

Viene impegnato il governo ad adottare anche misure fiscali di vantaggio rispetto alle figure professionali che assistono in casa, spesso in coabitazione, le persone anziane; a rafforzare, d'intesa con le Regioni, il monitoraggio costante delle Rsa in relazione alle condizioni delle infrastrutture e alla qualità dei servizi forniti, potenziando i meccanismi di vigilanza per garantire l’implementazione degli standard previsti; a favorire la formazione del personale attivo in tali strutture che consenta la migliore opera di assistenza sul piano professionale e in termini di empatia e dignità della persona anziana; a promuovere nelle residenze sanitarie assistenziali condizioni tali da garantire frequenza e intensità delle visite di familiari, agevolando, al contempo, l'acquisizione in forma diffusa da parte degli ospiti di supporti tecnologici per consentire maggiori contatti con l'esterno. Inoltre, si impegna il governo a realizzare una ricognizione delle iniziative pubbliche e private con denominazione diversa come "case di riposo", "case alloggio" o altro, e - ove riscontrati - reprimere abusi e maltrattamenti ai danni degli ospiti.