È stato sancito ufficialmente l'avvio della collaborazione tra il Garante dei detenuti e l'avvocatura. Il presidente Mauro Palma ha partecipato alla seduta amministrativa del Consiglio Nazionale Forense, evidenziando proprio la necessità di un coinvolgimento di altre professionalità. Questa nuova figura si è vista attribuire numerose competenze ma l'insufficiente chiarezza delle previsioni legislative impone interventi migliorativi. Presenti i vertici del Cnf al gran completo, dal presidente Andrea Mascherin ai consiglieri della commissione iniziative carcerarie.Palma ha posto l'attenzione sulle procedure d'infrazione aperte dall'Europa nei confronti dell'Italia. Nel 2012 i riflettori sono stati accesi sulle carceri, per via dell'applicazione di pene ritenute inumane e degradanti, ai limiti della tortura. Ma adesso all'attenzione del Garante dei detenuti sono emerse non soltanto le detenzioni ma anche le comunità chiuse e gli istituti per i minori. Vanno garantiti inoltre i trattamenti sanitari obbligatori in ospedale. Nelle carceri o in stazioni di polizia o carabinieri sono previste visite regionali. Le ispezioni da parte dell'Autorità sono finalizzate invece ad analizzare eventuali criticità segnalate, per la stesura di un rapporto da trasmettere ai ministeri competenti. Recenti modifiche amministrative hanno provocato disagi a famiglie ed avvocati dei detenuti. I trasferimenti da un istituto all'altro non avvengono più infatti all'interno della stessa regione ma ricadono nei provveditorati, che comprendono più territori (Lazio-Abruzzo-Molise o Aosta-Piemonte-Liguria).I continui sbarchi trasformano in una priorità la situazione degli hotspot, in cui i migranti vengono identificati e poi rispediti nei paesi di prima accoglienza e segnalazione. Siglato un protocollo d'intesa con l'Istituto Nazionale di Medicina delle Migrazioni e della povertà, che ha sede a Roma. Secondo il garante l'Italia ha avuto un «approccio condivisibile, vanificato dall'impossibilità di quantificare con certezza i tempi del "convincimento" al rilascio delle impronte». Nel frattempo -? ha rimarcato Palma ?- «queste persone vengono private della libertà e non hanno tutela legale, dal momento che neppure la magistratura può intervenire. Abbiamo già segnalato al Ministero e al presidente del consiglio il vuoto giuridico e la grave lesione dei diritti».L'Italia non ha mai recepito la direttiva 115 del 2008, che impone il monitoraggio indipendente dei rimpatri forzati dei migranti economici, che non hanno diritto alla ricollocazione in altre nazioni europee nè possono chiedere asilo per motivi soggettivi. Il Garante denuncia la complessità delle procedure. Le espulsioni avvengono o con voli commerciali, che impongono un grande dispendio di risorse, o con charter. Ogni giovedì ne parte uno dall'Italia con direzione Tunisia. Ogni passeggero ha due uomini di scorta, ai quali si aggiungono un medico e un ufficiale superiore. Ancora più problematiche le tratte coordinate da Frontex, l'agenzia per la tutela dei confini europei. Su un unico volo in partenza da Fiumicino per la Nigeria, si ritrovano magari 15 migranti accolti in Italia, 10 provenienti dal Belgio e 8 dall'Austria. Andranno applicate le rispettive misure degli ordinamenti interni, spesso discordanti.