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Fra gli argomenti maggiormente oggetto di discussione in questi giorni al Csm, ampio spazio ha sicuramente avuto quello di rendere più "trasparente" l'attività svolta nelle Commissioni. In modo particolare nella quinta Commissione, dove si decidono gli incarichi direttivi e semidirettivi delle toghe. Attualmente, a differenza di quanto avviene in Plenum, le attività delle Commissioni avvengono infatti a porte chiuse. La discussione sul testo di riforma del regolamento interno dell'Organo di autogoverno della magistratura sta andando avanti senza sosta ormai da una settimana. Quasi cento gli emendamenti presentati. Ed uno degli "incagli" è stato proprio il tema della "pubblicità" dei lavori delle Commissioni. Sul punto, l'altro giorno, era stato anche diramato un comunicato, dal significativo titolo "le nostre proposte per la trasparenza", da parte dei togati di Magistratura indipendente Forteleoni, Galoppi, Pontecorvo. A cui si erano aggiunti anche i laici di centro destra, Casellati, Leone, Zanettin. L'emendamento presentato al riguardo, puntava a rendere più trasparente l'organo di autogoverno della magistratura con l'introduzione della pubblicità delle sedute delle Commissioni su richiesta di un componente.A tal proposito, va segnalata anche una analoga proposta presentata da parte dei consiglieri di Area, anche loro favorevoli a «restituire trasparenza al sistema delle nomine», garantendo la più ampia pubblicità degli atti, e «rendendo accessibili a tutti, nella loro completezza, le pratiche relative all'attribuzione di incarichi direttivi, alle nomine in Cassazione, alle nomine dei componenti delle Commissioni di concorso». Per salvaguardare la privacy, la soluzione sarebbe quella di «prevedere la possibilità di formulare singole, esplicite e motivate richieste di segretazione da parte dei candidati, limitate a singole parti di atti e documenti che riguardino questioni di salute, familiari o simili». Per il resto, proseguono, «trattandosi di attività svolte nell'esercizio delle proprie pubbliche funzioni, parlare di privacy appare un fuor d'opera». Alla fine l'accordo è stato raggiunto. Con un sub emendamento proposto direttamente dai relatori Ercole Aprile e Renato Balduzzi e approvato all'unanimità. Da adesso in avanti, su richiesta solamente di un terzo dei componenti della Commissione, l'attività della seduta sarà pubblica. Nella Sesta commissione è stato approvato un parere al decreto sul pensionamento delle toghe: sostanziale bocciatura, con richiesta di fissare la soglia, per tutti, a 72 anni.