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IL PLENUM DI PALAZZO DEI MARESCIALLI
GIOVANNI M. JACOBAZZI È atteso per questa mattina il voto del Consiglio superiore della magistratura sul destino di Pasquale Grasso, giudice al Tribunale di Genova, ed ex presidente dell’Anm. Il Plenum dovrà decidere se Grasso potrà prendere o meno il posto del togato Marco Mancinetti.
Quest’ultimo, giudice al Tribunale di Roma ed eletto nel 2018 con Unicost, era stato costretto alle dimissioni lo scorso settembre dopo che il pg della Cassazione Giovanni Salvi gli aveva notificato l'avvio di un'azione disciplinare per il contenuto delle chat scambiate con il collega di corrente Luca Palamara e dove esprimeva severi giudizi nei confronti di alcuni magistrati della Capitale.
Grasso è il primo dei non eletti alle elezioni suppletive tenutesi nel 2019. Per dirimere la questione era stato chiesto un parere all’Ufficio studi del Csm da parte della Commissione verifica titoli di Palazzo dei Marescialli, composta dalle togate Loredana Miccichè e Paola Maria Braggion, entrambe di Magistratura indipendente, e dal laico pentastellato Alberto Maria Benedetti. Le due togate ritengono che Mancinetti vada sostituito con Grasso ( anche lui all'epoca della presidenza dell’Anm esponente di Mi).
Benedetti sostiene invece che per sostituire Mancinetti sia necessario un ritorno alle urne, non potendo subentrargli chi si trova nella graduatoria di una competizione diversa da quella che ha portato alla sua elezione al Csm. In caso di bocciatura da parte del Plenum si dovranno indire le terze elezioni suppletive in un anno, un record assoluto. Per la cronaca, Grasso era stato costretto a lasciare la presidenza dell’Anm lo scorso anno dopo che le altre correnti gli avevano contestato una gestione troppo morbida nei confronti dei togati che si erano incontrati con Palamara ed i parlamentari Cosimo Ferri e Luca Lotti per discutere delle nomine di alcune Procure.
Fra le pratiche di questa mattina, si segnala anche il voto per resistere nel ricorso al Tar presentato da Cesare Sirignano, ex pm presso la Dna. Lo scorso maggio 2020 il Csm aveva deliberato il suo trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale alla Procura del Tribunale di Napoli nord. A luglio del 2019 la Prima commissione del Csm aveva disposto l’apertura nei suoi confronti di una pratica dopo la pubblicazione del contenuto di conversazioni intrattenute con Palamara, oggetto di intercettazione nel procedimento penale aperto a carico di quest’ultimo a Perugia. In particolare, veniva contestato a Sirignano di avere tenuto con Palamara conversazioni relative alla nomina, quale procuratore della Repubblica di Perugia, di un magistrato di sua fiducia, disponibile ad avanzare richiesta di archiviazione relativamente al procedimento penale aperto contro l'ex presidente dell'Anm e ad iscrivere un procedimento contro Paolo Ielo, aggiunto a Roma, sulla base di un esposto presentato da un altro magistrato. Le conversazioni ' incriminate' avvenivano il 4 marzo e il 7 maggio 2019. Inoltre al Csm era arrivato un esposto, corredato da file audio, presentato contro Sirignano da Giuseppe Borrelli, magistrato individuato per assolvere ai desiderata di Palamara presso la Procura di Perugia. Nell’ esposto Borrelli riferiva di due colloqui, del 31 maggio e del primo giugno, avuti con Sirignano e nei quali quest’ultimo avrebbe riconosciuto di aver riferito a Palamara che l’esponente era disponibile ad archiviare l’indagine che lo riguardava e ad iscrivere un procedimento contro Ielo.
Veniva inoltre contestato a Sirignano di avere caldeggiato la nomina quale magistrato alla Dna del pm napoletano Catello Maresca con un parlamentare della Repubblica, ex magistrato, e di avere, nei colloqui con Palamara, espresso giudizi negativi su altri magistrati della Dna, fra cui Nino Di Matteo, poi eletto al Csm come indipendente nelle liste dei davighiani. Nel ricorso al giudice amministrativo Sirignano ha affermato che l' incompatibilità con l’ufficio stabilita dal Csm si fonda sulla sola pubblicazione delle intercettazioni. Pubblicazione, però, che è stata fatale all'ex pm antimafia.