Proprio nel giorno in cui i Garanti regionali denunciano la lentezza nelle vaccinazioni ai detenuti, da fonti interne si era appreso che Francesco Paolo Figliuolo, il Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, avrebbe stoppato la campagna nelle carceri e avrebbe chiesto che vengano autorizzati i vaccini solo in presenza di focolai. In serata da fonti del Commissariato straordinario è stato fatto trapelare che “a chiarimento di erronee interpretazioni si precisa che l’attuale piano di vaccinazione contempla e prevede la vaccinazione della popolazione carceraria, la quale rientra nelle categorie prioritarie previste dal ministero della Salute”. Allo notizia dello stop Gennarino De Fazio, il segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria aveva diffuso un duro comunicato: «Se ciò fosse confermato, sarebbe grave, pericoloso e illogico e corrisponderebbe a chiudere la stalla, ancora una volta, a buoi ormai lontani». De Fazio aggiunge: «Se ora ci fosse uno stop, con i contagi che peraltro stanno seppur lentamente risalendo, sarebbe una grave inversione di tendenza, la quale evidentemente segnerebbe anche un declassamento dell’attenzione sulle carceri e le cui conseguenze rischierebbero di risultare deleterie sia sotto il profilo sanitario sia sotto quello dell’ordine e della sicurezza pubblica». La notizia è arrivata all’indomani della Conferenza dei Garanti territoriali che ha manifestato il proprio apprezzamento per l’avvio della campagna vaccinale nelle carceri, frutto anche dell’impegno della ministra della Giustizia, Marta Cartabia. «Tuttavia – denuncia il Garante Anastasìa -, da alcune regioni emerge un alto tasso di non partecipazione che preoccupa i Garanti: appare evidente la necessità di un’adeguata campagna d’informazione tra la popolazione carceraria». Il coordinatore dei garanti territoriali puntualizza che in carcere «c’è bisogno di un’adeguata informazione da parte dei servizi sanitari interni». - Leggi anche: Covid: superati 8 mln dosi vaccini somministrate in Italia Alla conferenza dei garanti viene affrontato il discorso dei vaccini in carcere a macchia di leopardo. In alcune regioni, come la Lombardia, è iniziata sia tra le persone detenute sia tra il personale della polizia penitenziaria, in altre ancora no. Nel Lazio, l’assessorato alla Sanità ha scelto di utilizzare il vaccino della Johnson & Johnson, disponibile da aprile, per semplificare le procedure, in quanto non è necessaria la seconda somministrazione. In Veneto un terzo della popolazione carceraria non vorrebbe vaccinarsi. Anche in Sicilia la percentuale di astensioni sarebbe intorno al trenta per cento. La situazione dei positivi al virus nelle carceri italiane «è preoccupante ma non allarmante», secondo il Garante nazionale Mauro Palma, il quale ha riferito che negli ultimi otto giorni i positivi sono aumentati, ma che i sintomatici ospedalizzati sono fortunatamente di poche unità.