Celle devastate e agenti aggrediti con le gambe di legno di alcuni tavoli e manici di scopa. Ieri nel penitenziario minorile di Airola, nel beneventano c'è stata una vera e propria rivolta da parte di alcuni detenuti con tre agenti feriti. Probabilmente a scatenare la rabbia dei ragazzi ci sarebbe il mancato arrivo delle sigarette. Per sedare la rivolta, sul posto sono giunti sia i soccorritori del 118 che la pattuglia di polizia e carabinieri. "La situazione è molto grave - aveva denunciato durante quelle ore concitate Donato Capece, segretario generale del Sappe -, ci arrivano da Airola segnali allarmanti di una crescente tensione, con i detenuti che dopo aver sfasciato interamente una Sezione dell'Istituto penale per minorenni, stanno continuando da ore a minacciare gli agenti in servizio nelle sezioni detentive con i piedi di legno dei tavoli e manici di scope dopo averne feriti tre. La situazione è molto critica e sul posto sono presenti anche operatori delle altre forze di polizia". I detenuti avrebbero lamentato disagi relativi al vitto e alla fornitura di sigarette.Per il Sappe però dietro la rivolta c'è anche altro. "È una manifestazione di forza da parte di clan della criminalità organizzata che si sono formati all'interno del carcere. La rivolta è scoppiata per questo - dice Capece - è una lotta tra bande e uno dei clan ha voluto così dimostrare che è più forte e che riesce a tenere in scacco anche lo Stato". Poi ha aggiunto: "Il problema è che l'ordinamento consente la presenza di ultra 21enni, sono piccoli boss che portano avanti una lotta per la supremazia. L'ennesima dimostrazione che il carcere è una università del crimine". Non è la prima volta che in un penitenziario minorile scoppiano dei disordini. Precedentemente, il 31 maggio scorso, dodici detenuti del carcere minorile del Petrello a Bologna avevano dato fuoco ai materassi, danneggiato tutti i suppellettili e ferito le guardie penitenziarie. Ancora più recentemente c'è stata la rissa all'interno del carcere minorile di Casal del Marmo, gli artefici erano quasi tutti maggiorenni. Il problema maggiore, da sempre denunciato da tutti i garanti dei detenuti, è scaturito dall'innalzamento dell'età. Oltre ai minori ci sono anche gli adulti, perché a causa del decreto legge 92/2014, convertito in L. n. 117 dell'11.08.2014, è stata apportata la modifica dell'art. 24 del D. Lvo n. 272 del 1989, innalzando così da 21 a 25 anni la permanenza nel circuito penale interno per i soggetti che abbiano commesso reati da minorenni. Il carcere di Airola, secondo una scheda redatta da Antigone, presenta da sempre alcune criticità. Non solo è sottostimato, rispetto all'utenza, il personale della polizia penitenziaria, ma c'è la mancanza di fondi da parte della regione Campania: per questo motivo c'è difficoltà nella gestione dei corsi e dei progetti, la maggior parte dei quali è portata avanti da associazioni di volontariato esterne alla struttura. Inoltre ritorna il problema principale legato all'età. Non si verifica tanto il bullismo, ma una soggezione implicita dei detenuti minorenni verso gli adulti appartenenti a famiglie camorriste o che hanno commesso omicidi.