Bisognerà attendere ancora una settimana per conoscere i nomi dei candidati alle prossime elezioni per il rinnovo del comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati. Trentasei i posti in palio. Una volto eletto, il cdc eleggerà poi la giunta esecutiva, composta da nove membri, tra i quali il presidente e il segretario generale.

Le liste depositate a gennaio sono state ritirate per permettere ai gruppi associativi di “aggiornare” le candidature. Il nuovo termine per la presentazione è fissato al 28 settembre. L’affaire Palamara non poteva, infatti, non avere conseguenze anche nelle elezioni per l’Anm. La tornata elettorale, inizialmente prevista per marzo, era stata in un primo momento rinviata a giugno a causa dell’emergenza sanitaria. Poi la decisione finale di votare il prossimo 20, 21 e 22 ottobre. Il voto avverrà per la prima volta in modalità telematica.

Da quanto si è potuto apprendere, la lista di Unicost, la corrente di centro di cui Luca Palamara per anni è stato il leader indiscusso, è quella che sta subendo più cambiamenti. Sembra che alcuni magistrati inizialmente disponibili alla candidatura l’abbiano ritirata o siano in procinto di ritirarla, sopratutto nel distretto di Roma. Perciò Unicost avrebbe riaperto la lista, anche con l’obiettivo di individuare figure il cui nome non compaia nelle chat e che non possa essere strumentalmente associato alll’ex presidente Anm. Insomma, volti nuovi.

L’attuale vertice dell’Associazione, il pm milanese Luca Poniz, eletto nel cartello progressista “Area”, ha fatto sapere che si ricandiderà. Non ci sarà il suo predecessore, Pasquale Grasso, che ha però svolto un ruolo politico cruciale nell’aggregazione del neonato rassemblement attorno a “Mi”: la storica compagine moderata della magistratura sarà infatti alleata in un’unica lista con il gruppo “Movimento per la Costituzione”, creato da alcuni colleghi usciti circa un anno fa da Unicost, e guidati da Enrico Infante e Antonio Sangermano. I due promotori della nuova formazione saranno certamente candidati. Smentite invece, sul fronte opposto, le voci su un distacco di “Magistratura democratica” da Area. La storica componente “di sinistra” resta alleata nella componente guidata dal segretario Eugenio Albamonte, e schiererà in lista, fra gli altri, la “uscente” Silvia Albano, Stefano Celli e Domenico Santoro. Il “quarto incomodo”, la davighiana “Autonomia e Indipendenza” dovrà fare a meno del proprio leader, l’ex pm di Mani pulite, che il 20 giugno si congederà dalla magistratura. Nonostante le ipotesi di un riavvicinamento a “Mi”, avrà comunque una propria lista autonoma.

Oltre alle quattro liste tradizionali, la novità delle prossime elezioni è rappresentata da una quinta lista “fuori dal coro”. Si chiama “Articolo 101” ed è composta da magistrati che non si riconoscono negli attuali quattro gruppi associativi. Dovrebbe essere formata da circa venti toghe che hanno già dato la disponibilità a essere inseriti. Fra i cavalli di battaglia di Articolo 101, la rotazione degli incarichi, il sorteggio per l’elezione dei componenti del Csm, la riforma dell’associazionismo giudiziario.

Non è comunque da escludere che in futuro ci possa essere una scissione all’interno dell’Anm con la creazione di una nuova associazione togata. L’assemblea generale dello scorso fine settimana ha infatti messo in luce le tante difficoltà dell’Anm nel gestire il post Palamara. Pochi i presenti. La limitata partecipazione al voto sulla definitiva espulsione del magistrato romano potrebbe essere spiegabile con la disaffezione delle toghe sui temi non prettamente “sindacali”. Dopo mesi e mesi di discussione, hanno partecipato, sui circa 9000 magistrati iscritti all’Anm, poco più di 100. Presenti solo la metà dei componenti dell’attuale Cdc, falcidiato dalle dimissioni nelle scorse settimane.

Sul fronte disciplinare, la sentenza a piazza Indipendenza è prevista per il prossimo 16 ottobre. La Procura generale, come già dichiarato da procuratore Giovanni Salvi, è intenzionata per Palamara la sanzione massima, quindi la rimozione dall’Ordine giudiziario.