ASSOGOT: «NOI SFRUTTATI, LORO SUPERPAGATI: ADESSO BASTA»

Milano, Palermo. Due sedi chiave per la giustizia, in cui da oggi si ferma la magistratura onoraria. La protesta è rivolta contro il governo, che non ha dato finoira attuazione alle pronunce della Corte Ue in materia di tutele per giudici di pace e viceprocuratori onorari, in particolare su diritto alle ferie, alla previdenza e a una retribuzione decorosa. Sul conflitto con l’esecutivo col guardasigilli Alfonso Bonafede, interviene l’associazione di categoria Assogot, che parte dall’interrogazione presentata da Andrea Delmastro Delle Vedove. Il parlamentare di FdI ha chiesto conto «del deteriore trattamento dei magistrati onorari italiani anche alla luce della sentenza “UX” della Corte Ue, che ha riconosciuto loro lo status di Giudici europei e dipendenti pubblici a tempo determinato». Ma nella replica del ministro c’è ad esempio un’argomentazione, incalza Assogot, che «da sola disegna il ritratto della struttura che da decenni tiene migliaia di magistrati onorari in una situazione di sfruttamento. È una parola forte? Non sembra», secondo l’associazione, «leggendo le frasi che riportiamo testualmente: “L’opzione favorevole alla previsione degli onorari è legata altresì alla finalità di contenere il numero dei togati, pena la perdita di prestigio e la riduzione delle retribuzioni della magistratura professionale”. Quindi i magistrati onorari devono esistere perché se al loro posto venissero immessi altrettanti magistrati ordinari tale categoria perderebbe prestigio, e soprattutto», dice con amarezza Assogot, «i singoli giudici non riceverebbero il cospicuo trattamento economico attuale. E devono esistere perché altrimenti la produttività dei tribunali crollerebbe, tutte le migliaia di provvedimenti che vengono emessi dai magistrati onorari svanirebbero da cancellerie e statistiche in cui vengono registrati indistintamente con quelli dei togati. Ma è chiaro che, pur accettando obtorto collo l’esistenza della magistratura onoraria, questa viene pagata poco e niente per salvaguardare gli stipendi dei giudici professionali. Sentenze sì, perfettamente uguali nella efficacia a quelle dei togati, ma che costino due lire».