Il Garante regionale dei diritti delle persone detenute della Calabria, l’avvocato Luca Muglia, ha pubblicato innovative linee guida riguardanti i procedimenti di limitazione della responsabilità genitoriale per le persone ristrette in carcere e il diritto dei figli minori a mantenere un legame affettivo continuativo con il genitore detenuto. Questo documento, frutto di un'ampia consultazione con numerose istituzioni e organizzazioni, mira a bilanciare le esigenze di tutela dei detenuti nell'esercizio delle loro funzioni genitoriali con la necessità di proteggere i diritti dei minori, in particolare il loro diritto alla bigenitorialità.

Le linee guida, elaborate sotto forma di Raccomandazioni, sono il risultato di un'estesa collaborazione. Muglia ha coinvolto la magistratura minorile e di sorveglianza, gli Ordini degli Avvocati, l'Ordine regionale degli Assistenti sociali, il Centro Giustizia Minorile, l'Uiepe, l'Amministrazione penitenziaria, le associazioni forensi rappresentative, l'Osservatorio carcere dell'Unione Camere Penali e la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università IE di Madrid. Ha inoltre collaborato con i Garanti calabresi dei diritti delle persone detenute, il portavoce della Conferenza Nazionale dei Garanti territoriali Samuele Ciambriello e il Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Una specifica interazione sui contenuti è stata effettuata con Antonio Marziale, Garante per l'Infanzia e l'adolescenza della Regione Calabria.

Per quanto riguarda i procedimenti di limitazione della responsabilità genitoriale, le linee guida sottolineano l'importanza di garantire ai detenuti un processo equo e rispettoso dei loro diritti. Si raccomanda di concedere un tempo adeguato tra la notifica dell'avvio del procedimento e la prima udienza, permettendo al detenuto di consultare un legale. Viene inoltre evidenziato il diritto del detenuto di partecipare alle udienze, sia di persona che in videoconferenza, e di essere informato sulla possibilità di accedere al patrocinio a spese dello Stato.

Un aspetto particolarmente innovativo riguarda le indagini socio- familiari. Le linee guida raccomandano che queste non si limitino al periodo precedente alla detenzione, ma si estendano anche al periodo di reclusione, fornendo così un quadro più completo e attuale della situazione del genitore detenuto. Si pone inoltre un forte accento sulla necessità di una collaborazione efficace tra le varie istituzioni coinvolte, come l'autorità giudiziaria, il servizio sociale e l'Ufficio di Esecuzione Penale Esterna.

Per gli incontri tra genitori detenuti e figli, si raccomanda che questi avvengano in orari compatibili con gli impegni scolastici dei minori e in luoghi adeguatamente attrezzati all'interno degli istituti penitenziari. Il Garante Muglia ha evidenziato come la recente sentenza della Corte Costituzionale sul diritto all'affettività e a colloqui riservati per i detenuti sia applicabile anche a questi incontri, sottolineando l'importanza della privacy e dell'idoneità dei luoghi.

Le linee guida pongono anche l'accento sull'importanza di garantire l'accesso a percorsi di sostegno alla genitorialità per i detenuti, riconoscendo che il ruolo genitoriale non cessa con la detenzione. Infine, Muglia ha sottolineato l'importanza degli studi scientifici sull'epigenetica in materia penitenziaria, evidenziando come la qualità dell'interazione genitori- figli nei luoghi di detenzione possa influenzare significativamente sia l'iter rieducativo del detenuto che lo sviluppo dei minori coinvolti. A questo proposito, l'Ufficio del garante ha avviato una collaborazione con i neuroscienziati calabresi Antonio Cerasa e Umberto Sabatini, e con la docente Federica Coppola dell'Università di Madrid. «Lo sguardo multidisciplinare», ha concluso Muglia, «è in grado di mostrare, in maniera molto efficace, quanto sia nocivo e devastante il carcere attuale».

Queste linee guida rappresentano quindi non solo un significativo passo avanti nella promozione dei diritti dei detenuti e dei loro figli in Calabria, ma anche un'opportunità per una riflessione più ampia e scientificamente fondata sull'impatto della detenzione sulle relazioni familiari e sul benessere dei minori coinvolti.