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A“neutralizzare” la riforma della legittima difesa voluta da Matteo Salvini ci penseranno gli alleati del governo del “cambiamento”. Sono tre gli emendamenti, presentati da senatore pentastellato Francesco Urraro, che rischiano infatti di depotenziare seriamente le modifiche proposte dalla Lega all’articolo 52 del codice penale. La difesa è legittima quando vi è «violenza alla persona o minaccia di uso di armi» ; la punibilità è esclusa «per ec- cesso di colpa lieve» e non se chi ha commesso il fatto ha agito «sotto lo stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto». Modifiche sostanziali che cambiano il testo originario dove la difesa era «sempre legittima». Il leghista Andrea Ostellari, relatore del provvedimento ( che unifica i cinque disegni di legge inizialmente depositati: uno d’iniziativa popolare, due presentati da Forza Italia, uno dalla Lega ed uno da Fratelli d’Italia, ndr) e presidente della Commissione giustizia del Senato dove è incardinato il ddl, tira dritto. «Non abbiamo intenzione di fare passi indietro proprio ora», aveva dichiarato al Dubbio qualche settimana fa, rispondendo alle critiche sollevate in questi mesi da avvocati, magistrati, rappresentanti dell’accademia. «L’attuale impianto normativo, modificato nel 2006, garantisce in maniera piena chi reagisce e si difende da un’aggressione ingiusta» in quanto «si fonda su due paradigmi: l’attualità del pericolo e la proporzionalità della reazione rispetto all’offesa», avevano dichiarato in audizione al Senato i rappresentanti del mondo forense, gli avvocati Antonio De Michele ( Cnf) e Alessandro Vaccaro ( Ocf). «La situazione attuale - aveva invece spiegato il presidente dell’Anm Francesco Minisci - è quella che tutela sia l’aggredito che l’aggressore, indicando parametri precisi in cui c’è legittima difesa. La norma proposta va nella direzione che legittima di sparare a chiunque. Starei attento e farei una riflessione seria: se togliamo la proporzionalità e non facciamo accertamenti rigorosi, c’è il rischio concreto di una giustizia fai da te». «Non credo proprio che una modifica del genere possa superare il vaglio di costituzionalità», aveva infine commentato Angela Della Bella, professoressa di diritto penale all’Università statale di Milano, fra i firmatari dell’appello voluto dall’Associazione italiana professori di diritto penale, contrari alle riforma dell’art. 52 cp. Per cercare di trovare un punto d’incontro e superare gli ultimi dubbi questa mattina è stata convocata una riunione tra i due partiti di governo, alla quale è prevista la presenza anche del ministro della Giustizia, il cinquestelle Alfonso Bonafede. L’obiettivo è di arrivare uniti alla discussione sugli emendamenti che si terrà poi nel pomeriggio di oggi. Il sottosegretario leghista alla Giustizia Iacopo Morrone, che ha seguito il provvedimento in Commissione a Palazzo Madama ha garantito che non ci sarà alcun problema. «Gli emendamenti sono contributi, che sono arrivati da tutti i partiti, non soltanto dal M5s. L’impianto e il percorso, però, sono delineati e sono quelli previsti nel programma di governo», ha puntualizzato.
Fra le novità rispetto alla normativa attuale, in particolare, l’aggredito non dovrà affrontare cause di risarcimento per il danno né da parte dell’aggressore né da suoi familiari. Inoltre, si prevede che sia a carico dello Stato l’obbligo di pagare le spese processuali nell’ipotesi di assoluzione di chi ha esercitato la legittima difesa.